La grande sfida del voto. Da Bruxelles alla Rocca: "Ideologie da parte. Risolviamo i problemi"

Lucio Gussetti a tutto campo in vista delle amministrative di giugno "Con Vita Nova mettiamo a disposizione inclusione e competenze" "Qui ci sono bisogni figli di cose lasciate a mezzo e decisioni non prese".

La grande sfida del voto. Da Bruxelles alla Rocca: "Ideologie da parte. Risolviamo i problemi"

La grande sfida del voto. Da Bruxelles alla Rocca: "Ideologie da parte. Risolviamo i problemi"

di Carlo Baroni

SAN MINIATO

Da aiuto magazziniere durante gli studi, ai "piani alti" di Bruxelles con importanti incarichi di servizio alla Commissione Europea. Lucio Gussetti – che in carriera ha incontrato personalmente grandi politici come Chirac, Putin, Tony Blair, la Von der Leyen – ora è candidato sindaco al Comune di San Miniato.

Cosa l’ha portata a dire sì a quest’avventura?

"Vede, io sono una persona che è partita da livelli molto modesti, pensi che mio nonno aveva appena la quarta elementare. Dove sono arrivato lo devo all’impegno e alla tenacia che c’ho messo, sempre con la modestia di chi sa che la vita è anche altro. Ora avevo davanti due strade: fare il pensionato di lusso, o impegnarmi per la comunità. Sono stato contattato e mi sono trovato a parlare con brave persone, diventate anche amiche. Così ho deciso di provarci".

Lei ha posto come condizione che la lista fosse un’esperienza civica?

"La condizione che mi ha motivato è stata la creazione di qualcosa di nuovo dal punto di vista politico. Vita Nova è un’esperienza che definisco a ventaglio, perché ha la sua forza nell’inclusione. Noi dobbiamo essere capaci di convincere le persone sulle cose da fare senza curarci delle posizioni sulle grandi questioni nazionali. Non c’è bisogno di paraocchi ideologici per affrontare e risolvere i problemi dei nostri territori".

Si profila una corsa a tre: sarà un vantaggio o uno svantaggio per voi?

"Un vantaggio, perché ci consentirà di far emergere agli occhi dei cittadini qual è la vera alternativa: ho la speranza che i cittadini capiscano che ci sono davanti due modelli che si scontrano, il nostro che rappresenta una novità, e poi gli altri due".

Crede che sarebbe stato tutto più semplice se il centrodestra avesse riunciato a correre?

"Eravamo partiti che si poteva mettere in piedi un progetto figlio dell’azione che hanno svolto le precedenti opposizioni. L’ho sposata subito. Dopo, però, il modello verticistico dei partiti è apparso per imporre scelte".

Dopo le primarie il Pd è un avversario più forte più debole?

"Guardi, queste primarie non le ha capite nessuno. Abbiamo visto un duello fra due candidati espressioni di due diversi gruppi di potere. Uno, secondo me, era il migliore. Ma sulle politiche, nessuno dei due, ha speso una parola".

Teme l’accusa di essere un villeggiante che si candida per sindaco?

"Non sono un villeggiante e al sindaco pro tempore Simone Giglioli dico che sono un cittadino che ha qui la residenza dal 2007 e da quell’anno, qui, pago le tasse. Certe espressioni, sono un insulto verso un terzo della popolazione, perché tanti sono quelli che si sono iscritti nei registri comunali dopo il 2007. Ho vissuto negli Stati Uniti, ho viaggiato tantissimo e visitato il mondo: San Miniato, però, la conosco bene, e da molto tempo ormai è la mia casa, e la amo".