CARLO BARONI
Cronaca

La crisi all’asta: i fallimenti diventano occasioni

Negli elenchi capannoni, case e terreni. Ma gli acquirenti sono sempre meno

I fallimenti diventano occasioni

Pontedera, 8 luglio 2014 - IN TEMPI di crisi può accadere che il paradosso diventi drammatica normalità. E che un albergo, come nel caso di Fauglia, rischi di essere venduto per poco più di 300mila euro. Sono, in questo caso, le aste giudiziarie a testimoniare le difficoltà economiche in cui si dibattono famiglie e imprese. Perché continua a lievitare il numero di coloro che, nella impossibilità di onorare i propri impegni finanziari, sono costretti a cedere i loro beni per tamponare falle molto spesso irreparabili. Sono 300 i beni, tra case, fondi commerciali, industriali, terreni e altro. che sono in custodia per l’asta tra Valdera, Valdarno e Valdicecina. Tra questi ci sono 166 case, 46 terreni e 30 immobili commerciali.

IN TESTA, tra i Comuni, quello di San Miniato con 28 beni, seguito da Santa Croce con 22, Santa Maria a Monte con 21 e Castelfranco con 14. Numeri più bassi in Valdera, a partire da Pontedera con 6 beni all’asta, stessa cifra per Peccioli e Ponsacco. La crisi, anche da questi numeri, ha ancora il morso profondo. Dal 2008 le iscrizioni negli elenchi dei pignoramenti e dunque delle aste hanno continuato ad allungarsi. In contemporanea è sceso il numero degli acquirenti nonostante la riduzione dei prezzi ‘battuti’ per la cessione di case, locali, terreni. Perchè la crisi si riverbera a 360 grandi su tutto: anche sulla partecipazione alle aste che sempre più spesso vanno deserte e i beni si ripropongono anche di anno in anno. 

A PAGARE il prezzo più alto sono i debitori che vedono scendere il valore del ‘pezzo’ finito all’asta e, di conseguenza, la possibilità di arrivare a ripianare i loro crediti. Mentre ai creditori non resta che aspettare. Ma tutta questa situazione è un dramma dai tanti volti. E’ il segno di un territorio congelato dalla congiuntura, dove le aziende non vedono ripresa, i posti di lavoro diminuiscono, il disagio cresce. L’asta è solo l’atto finale del doloroso percorso del pignoramento, quello che nessuno vorrebbe mai ricevere. La casa, magari acquistata con la convinzione di farcela a pagare un mutuo di 25 anni, perché bastava limitare le spese superflue e sacrificare il sabato libero per macinare ore straordinarie di lavoro, che forse ti viene portata via. All’asta, ora, ci sono anche importati strutture che erano aziende. 

A PONTEDERA, con base di partenza 1milione e 350 mila euro, andrà all’asta a settembre un grande capannone che era destinato alla commercializzazione di prodotti ittici. Anche un importante struttura di San Miniato Basso, che si trova nella zona artigianale, va all’asta per più di un milione di euro. A Ponte a Egola, invece, un immobile industriale su due piani fuori terra e parte su un solo piano, sarà battuto a partire da 1milione e 400mila euro. Altro caso riguarda Cenaia con un immobile industriale da oltre 335 mila euro. Nel Valdarno c’è un immobiliare ad uso artigianale anche a Santa Maria a Monte. All’asta anche molti terreni agricoli perchè la crisi ha messo a durissima prova anche il mondo dei campi. 

ALL’ASTA è andato anche il cinema di Santa Croce, in «noto» super cinema «Lami», con una base di partenza di 843mila euro. Dal sito del Tribunale di Pisa leggiamo che è stata bandida il 24 giugno e che è nuovante convocabile. Poi c’è di tutto, attrezzature da lavoro, arredi per casa e negozi, compreso un lotto d’opere d’arte di olio su compensato, su tela o su cartone, a partire da poco più di 7mila euro. Anche questi, purtroppo, sono i colori grigi della crisi.