
C’è stato un primo interrogatorio nell’udienza preliminare per l’inchiesta "Calatruria" dinanzi al gup Fabio Gugliotta. Graziano Cantini, della Marino Cantini di Vicchio, è stato il primo a voler esporre al giudice le proprie ragioni, con l’obiettivo di rispondere alla richiesta di rinvio a giudizio presentata dall’accusa, sostenuta dal pm Lorenzo Gestri, dimostrando la sua estraneità alle contestazioni. Nelle stessa udienza il giudice ha sciolto la riserva ed ha ammesso la Cgil e la Regione come parte civile. Al centro dell’operazione "Calatruria" – inchiesta che si interseca con quella del Keu –, lo ricordiamo, c’è il piatto appetitoso del movimento terra nel cantiere della Srt 429.
Un’inchiesta che parla anche di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, ed altro. Un episodio per la questione degli appalti sarebbe avvenuto a Pontedera con oggetto i lavori alla Srt 429. E anche in quest’inchiesta c’è Francesco Lerose, 54 anni, soggetto centrale nella vicenda Keu. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, nel 2019, Lerose avrebbe convocato nel suo stabilimento di Pontedera un imprenditore: qui l’uomo trovò Nicola Chiefari, Domenico Vitale e Bruno Vitale che – per agevolare un’impresa concorrente – lo avrebbero persuaso, con l’atto intimidatorio di lasciar intendere la riconducibilità alla organizzazione di ’ndrangheta guardavallese, a tollerare pratiche di illecita concorrenza sleale.
Da qui la contestazione – solo per alcuni imputati – dell’aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso. Sono 12 i soggetti, a vario titolo, che rischiano il processo. Con Lerose, Domenico e Bruno Vitale e Nicola Chiefari, ci sono anche Ambrogio e Antonio Chiefari, tutti originari di Guardavalle; Graziano Cantini, Nicola Verdiglione, Pasquale Barillaro, Rocco Bombardiere, gli aretini Massimo Melucci e Luca Capoccia. L’11 luglio prossima udienza.
Carlo Baroni