REDAZIONE PONTEDERA

Il tartufo nella terra delle conce. Ecco la nona sagra alla Ruga. Storia d’impegno e volontariato

Anche Ponte a Egola è pronta a prendersi la scena che condurrà all’evento di San Miniato "Confermiamo un format consolidato ormai da molti anni puntando sui nostri piatti forti".

Il tartufo nella terra delle conce. Ecco la nona sagra alla Ruga. Storia d’impegno e volontariato

Una sorta di marcia trionfale verso San Miniato, dove il conto alla rovescia è già iniziato. Anche Ponte a Egola, però, è pronta a prendersi la scena in questa stagione del tartufo: nei weekend del 21-22 e 28-29 ottobre, infatti, è prevista la nona edizione della sagra promossa dall’Associazione culturale La Ruga e in collaborazione con Fondazione San Miniato Promozione, Associazione Tartufai e il patrocinio dell’amministrazione comunale. Quest’anno ci sarà un antipasto vero e proprio venerdì 20, con l’apericena al tartufo su prenotazione (3392393899) che sarà ripetuta anche venerdì 27, sempre su prenotazione). La sagra, invece, prevede sia la consumazione sul posto sia da asporto, con le classiche specialità al tartufocome tagliolini, risotto, bistecca, filetto, scaloppine, uovo al tegamino (attenzione sarà dedicata anche al fungo porcino). "Confermiamo un format consolidato – spiega il presidente de La Ruga Simone Nieri - puntando sui nostri piatti forti resi preziosi dal tartufo e dai funghi. La nostra festa è la dimostrazione che anche un territorio a vocazione industriale può godere del tartufo e lavorare nel rispetto dell’ambiente". Anche quest’anno la sagra si avvarrà della preziosa collaborazione dell’associazione Gam di Ponte a Egola, che si spende per l’inclusione delle persone con disabilità. L’associazione ci sarà anche alla mostra mercato in centro storico, per un totale di 10 volontari coinvolti, perché l’obiettivo è promuovere l’inclusione ed evitare che la disabilità venga messa da parte. “Siamo al quarto appuntamento della stagione – spiega il vicepresidente di Fondazione Smp Domenico Barsotti -. Parlare di tartufo anche qui dove c’è un’anima industriale dimostra l’unicità del nostro territorio".

C. B.