
Due anni di lavori corposi e serrati che non hanno conosciuto battute d’arresto neppure durante la tempesta pandemica, ed ecco che il museo etrusco Guarnacci torna a spalancare in toto le proprie sale che cullano importanti testimonianze di arte etrusca. Palazzo Desideri Tangassi si schiude dopo un cantiere che ha ridato nuovo lustro a uno dei musei più antichi d’Italia: a differenza degli interventi sporadici effettuati in passato, il progetto ha visto il restauro architettonico, il risanamento conservativo, l’abbattimento di barriere architettoniche, l’adeguamento impiantistico a fini elettrici, idraulici, anticendio, oltre ai lavori sull’illuminazione, il restauro di tutti i prospetti e degli elementi lapidei, il ripristino della copertura.
Ma non solo, perché i lavori hanno interessato il riallestimento delle sale che cullano capolavori come l’Ombra della Sera, l’Urna degli Sposi, il cratere di Montebradoni, le ceramiche a figure rosse, i bronzi e la sala delle oreficerie. Apre un nuovo spazio mai utilizzato prima: l’altana del Palazzo Desideri Tangassi, vero e proprio belvedere sulla città, ed è stato realizzato un suggestivo pavimento in vetro che permetterà di camminare sopra lo scavo archeologico che si trova nel museo.
Una cerimonia di inaugurazione che ha visto partecipare ieri il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il soprintendente Valerio Tesi, il consigliere regionale Andrea Pieroni, i lavoratori del Guarnacci e dell’amministrazione comunale che hanno seguito i progetti, i rappresentanti dell’amministrazione stessa, insieme a una folla di cittadini.
"Abbiamo restituito a Volterra uno dei suoi luoghi più identitari – ha detto il sindaco Giacomo Santi – è stato un grande lavoro collettivo perché il museo sia sempre un luogo vivo, di visita, di scoperta e formazione. Siamo tutti coinvolti nel costruire un futuro non meno degno del nostro glorioso passato". "Il Guarnacci è il museo dell’identità di Volterra e della Toscana – ha aggiunto il presidente della Regione Eugenio Giani – sono orgoglioso di un restlyling che consente di capire da dove veniamo, partendo dalle nostre radici e da una città, Volterra, che probabilmente è stata la capitale toscana dell’Etruria. Questo museo, che esiste dalla metà del ‘700, ha permesso che i reperti etruschi rinvenuti in città non prendessero altre strade". "Il Gurnacci, prima della pandemia, era il museo archelogico più visitato in Toscana – sono state le parole del direttore del museo, Fabrizio Burchianti – e da tempo attendeva un robusto lavoro. Il percorso è stato lungo ma siamo riusciti a riorganizzare un grande patrimonio culturale, incluso quello conservato nei magazzini". Soddisfazione espressa per la riapertura del museo, che ha contato su un finanziamento di oltre un milione dalla Regione, anche dal presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo e dalla presidente della commissione cultura regionale Cristina Giachi.
Ilenia Pistolesi