
Il lupo sulle colline pisane. Uno studio dell’università: "Mai così tanti dal ’700"
Gli avvistamenti ci sono da anni. Sempre più frequenti. E’ tornato il lupo sulle colline pisane e la sua presenza è la più alta mai attestata da oltre tre secoli. Lo certica – si apprende – uno studio condotto dal dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa recentemente pubblicato su Human Dimensions of Wildlife. La ricerca traccia l’evoluzione della presenza del lupo nelle colline pisane tra diciassettesimo e il ventunesimo secolo in relazione ai cambiamenti socio-economici, ambientali e culturali del territorio. Il quadro che emerge segna un progressivo declino di questo animale con una fase di estinzione locale nell’immediato secondo dopoguerra, sino alla ripresa. Due le cause fondamentali del fenomeno: la riduzione del bosco (e delle prede) causato dall’aumento delle aree agricole e la persecuzione esercitata dall’uomo.
Più in dettaglio la ricerca ha evidenziato che l’andamento della popolazione di lupi nelle colline pisane è stato segnato da tre momenti storici cruciali: l’inizio della dominazione dei Lorena del Granducato di Toscana (1737), l’Unità d’Italia (1861) e la Riforma agraria del 1950. Nel XVII secolo il lupo era ampiamente diffuso nelle colline pisane e la caccia era intensamente praticata per proteggere il bestiame transumante. L’ espansione dell’attività agricola con deforestazione e bonifica iniziata dai Lorena fino all’Unità d’Italia ha determinato quindi un profondo cambiamento nel paesaggio rurale con il conseguente declino dei lupi, fino ad arrivare ad una estinzione locale durante la seconda guerra mondiale. A partire dalla seconda metà del XX secolo, la riforma agraria ha però sancito l’inizio di un graduale ripristino dell’ambiente naturale che ha portato ad una ricolonizzazione da parte del lupo di quasi tutto il territorio delle colline pisane.
"L’idea di questa ricerca è nata dalla curiosità di conoscere e capire la storia di questo predatore sulle colline pisane dopo che nell’ottobre 2018 è stata accertata inaspettatamente la presenza di un branco nell’area di Crespina-Lorenzana e Casciana Terme-Lari", ha spiegato il professore dell’Università di Pisa Antonio Felicioli. "La presenza attuale del lupo nelle colline pisane è frutto di una naturale ricolonizzazione da parte di questo predatore avvenuta a seguito di un processo di rinaturalizzazione del territorio che ha permesso un ritorno della fauna selvatica ai livelli pre Ottocenteschi – sottolinea la dottoressa Francesca Coppola, prima autrice dell’articolo e attualmente assegnista di ricerca presso l’Ateneo pisano – l’auspicio è di favorire una presa di coscienza sull’importanza dei processi di “restoring” e “rewilding” ambientale e al tempo stesso di frenare “l’irrazionale onda emotiva” che spinge verso l’uccisione del lupo". La presenza storica e attuale del lupo è stata delineata dal gruppo di ricerca coordinato dal professore Felicioli con fototrappole e analisi genetiche, accanto ad un vaglio minuzioso delle fonti storiche e archivistiche. L’analista ha portato all’identificazione di 14 toponimi che richiamano la presenza di questo carnivoro.
C.B.