CARLO BARONI
Cronaca

Il furto d’identità e le bollette La casa fantasma di Torino Professionista vince il terzo processo

Il pronunciamento del tribunale di Bologna. Condannati i gestori che lo riempivano di bollette

di Carlo Baroni

Dopo il tribunale di Pisa, anche quello di Bologna ha messo nero su bianco che Cristiano Coscetti, rappresentante di Marti, non è titolare di alcuna utenza di fornitura gas nel fantomatico appartamento di via Botticelli 37 a Torino. L’aveva già fatto anche il tribunale di Torino dove l’uomo intentò la prima causa quando iniziò quello che è ancora un vero incubo: una marea di bollette – siamo a circa 45mila euro – per consumi in un’appartamento dove Coscetti – a cui l’ultima sentenza ha riconosciuto il risarcimento del danno – non ha mai abitato. Bollette che continuano ad arrivare

Quella arrivata in tribunale a Bologna – come dicemmo anche in occasione della sentenza del tribunale di Pisa – è una storia degna di un copione da fiction vecchio stampo, quei film a episodi in bianco e nero, dove le cose si complicavano sempre anche nella vita domestica di un’Italia semplice e lontana. E’ una storia di quelle capaci di far ridere e piangere allo stesso tempo, per le vicende assurde che la popolano, gli equivoci su cui sono nati altri equivoci, tanto da rendere inquietante per Coscetti - assistito fin dall’inizio dall’avvocato Veronica Vivaldi con studio a Santa Croce – la visita del postino. Cristiano Coscetti, appunto, in via Botticelli 36 a Torino non c’è mai stato. Ma è lì, tra quei palazzi, che si annidano i misteri di tutti i suoi tormenti durati anni e diventati richieste di denaro per energia elettrica mai utilizzata, riscaldamento mai accesso, canone tv di un televisore che non gli appartiene. Una catena di Sant’Antonio infernale tra sms e inviti a pagare. "deve ritenersi ormai accertati – si legge nella sentenza – che il signor Coscetti non fu titolare di alcuna fornitura di utenza gas presso il fantomatico appartamento, né stipulò mai alcun contratto di fornitura relativo a tale appartamento".

Invece per quanto riguarda il comportamento del fornitore di default subentrato, il tribunale evidenzia "una violazione delle norme di ordinaria diligenza da parte di un soggetto tra l’latro professionalmente deputato anche al settore della fatturazione per recupero crediti da utenze di fornitura, che si configura chiaramente molesta e quindi illegittima". Avrebbe infatti l’onore di rinvenire il reale fruitore del servizio. A Coscetti, oltre al danno devono essere rimborsate anche le spese di lite. Incubo finito? Lo dirà il postino.