I rifiuti e il camion della camorra. Sandokan potrebbe svelare dettagli

Il collaboratore Carmine Schiavone, cugino di Francesco, parlò di un suo mezzo che caricava a Santa Croce. Dopo 26 anni di carcere si è pentito anche il boss dei Casalesi che aveva messo in piedi il grande business.

I rifiuti e il camion della camorra. Sandokan potrebbe svelare dettagli

I rifiuti e il camion della camorra. Sandokan potrebbe svelare dettagli

Era il 1997 quando il collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, cugino di Francesco ‘Sandokan’ Schiavone, aveva già raccontato molto. Era l’audizione davanti alla commissione parlamentare sulle Ecomafie del pentito che con le sue confessioni aveva crollare il clan dei Casalesi. Le dichiarazioni del cugino di "Sandokan" rimasero poi secretate per oltre 16 anni. La Camera decise di renderle pubbliche nel 2013.

Secondo il pentito la Toscana sarebbe stata tra gli anni Ottanta e Novanta – ne parlammo in ampi servizi anche su la Nazione – uno degli snodi dello smaltimento dei rifiuti illegali. Giri di soldi miliardari quelli delle ecomafie, soldi a palate quelli fatti dalla camorra. Che secondo Schiavone prendeva anche in Toscana i rifiuti industriali delle aziende e invece di smaltirli nella maniera giusta li andava a buttare, come in una pattumiera, in Campania, in campi e cave, avvelenando una terra intera. Da chi ritiravano i rifiuti i camion?”, chiesero in commissione. "Li prendevamo anche a Santa Croce sull’Arno - disse Schiavone - Andavamo nelle industrie o in capannoni, ma potevano esserci anche trasbordi da un camion all’altro". E’ già stato detto tutto? O c’è altro da sapere anche su quella vicenda? Dopo 26 anni di carcere anche Sandokan ha deciso di collaborare con la giustizia. Quando fu il suo turno di essere ascoltato, nel maxiprocesso Spartacus, Francesco Schiavone tentò di sconfiggere il solido impianto accusatorio nei suoi confronti attaccando i collaboratori di giustizia. Era stato arrestato nel 1998 e condannato all’ergastolo proprio in quel maxi processo Spartacus e per diversi omicidi. La collaborazione di Francesco Schiavone potrebbe far luce – è stato detto in questi giorni – su alcuni misteri come l’uccisione in Brasile nel 1988 del fondatore del clan Antonio Bardellino, o sugli intrecci tra camorra e politica.

Ma forse anche su quel che non si sa ancora di quel business di rifiuti. Suo cugino Carmine ricostruì anche la genesi delle ecomafie casertane: "A cominciare furono mio cugino Sandokan e Francesco Bidognetti", disse. Il potere del clan crebbe proprio anche perché gestivano il ciclo di smaltimento dei rifiuti. l controllo criminale del territorio permise al clan dagli inizi degli anni 90 di trovare luoghi dove intombare le peggio schifezze. Iniziò così il via vai dei camion che attraversavano l’Italia fermandosi anche nel cuore della Toscana. Chissà se Sandokan racconterà, appunto, qualcosa in più.

Carlo Baroni