Allarme lupi. "Mai si erano così avvicinati alle case"

Volterra, un capriolo sbranato accanto alla case. I residenti: "Abbiamo paura"

Gregge

Gregge

Volterra, 30 ottobre 2017 - Si avvicinano alle case e la loro marcia si fa sempre più minacciosa. Si spingono talmente oltre che stavolta sono arrivati addirittura nel piccolo borgo di Villamagna, dove da decenni nessuno aveva più avvistato un predatore dei boschi. Si allontanano dal loro habitat naturale per procacciarsi il cibo e si affacciano agli usci delle case, seminando il terrore. Quelle «zanne mortali» sul collo e sul ventre di un povero capriolo parlano chiaramente: la bestiola è stata presa alla gola e fatta a brandelli da un lupo, o da un piccolo branco di esemplari arrivati fin qui da chissà dove. Un’immagine choc, scoperta sabato sera da un gruppo di residenti che vivono alle porte del paese, in località San Donnino: la carcassa del giovane capriolo occhieggiava in maniera sinistra fra i ciuffi d’erba di un appezzamento di un privato. A due passi da un giardino, dai cortili delle case, dai posti dove di giorno i bambini giocano all’aria aperta.

Dopo l’infinita strage che, mese dopo mese, colpisce intere greggi nel Volterrano e nelle zone di Pomarance e Castelnuovo, stavolta i lupi si fanno vivi in questo fazzoletto di terra fra Volterra e la Valdera. E che siano stati i lupi (o comunque ibridi, esemplari non certo docili) a compiere l’attacco contro il capriolo non c’è ombra di dubbio. «Siamo allibiti – a parlare è Piero Benazzi, che vive proprio ad una manciata di metri dal punto in cui è stato ritrovato il capriolo massacrato dalle fauci del predatore – che si tratti di lupi o di ibridi, noi abbiamo paura. Mai si erano avvicinati così tanto alle abitazioni, almeno qui a Villamagna. Siamo terrorizzati». Del resto, la convivenza in Alta Valdicecina con l’animale selvatico è diventata un vero e proprio cruccio: il problema non sono solo i lupi per così dire «puri», che di solito non si avvicinano all’uomo, ma gli esemplari ibridi, animali incrociati con i cani randagi che, lasciati in natura allo stato brado, non hanno remore ad avvicinarsi alle persone. Insomma, l’allarme schizza alle stelle. E la minaccia di ritrovarsi «a tu per tu» con il re dei boschi ora non riguarda più solamente gli allevatori ed i contadini (esasperati per i continui attacchi) ma anche i residenti dei paesi.

Ilenia Pistolesi