Ricettavano oro rubato nelle case: pene ridotte in appello

Pontedera, è l'operazione "Golden Daytona" che ha fatto luce su un vasto giro di monili frutto di razzie in mezza Toscana

Palazzo di giustizia

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Pontedera, 27 aprile 2019 - A distanza di pochi mesi dalla sentenza a Pisa è davanti la Corte d’appello di Firenze il «troncone» di un’inchiesta per ricettazione che ha visto impegnati i carabinieri di Pontedera nel ricostruire il complesso intreccio di contatti e accordi nel quale finiva tanto oro. E’ l’inchiesta "Golden Daytona" dove  la filiera della ricettazione viaggiava grazie ad un sistema ben oliato da tanto oro, appunto, conversazioni in codice, trattative serrate sui prezzi. Questa, come emerse intercettazioni che sono state un pilastro dell’inchiesta, infatti, è una storia di una cospicua quantità di monili da fondere – frutto del saccheggio di abitazioni – e di pietre costosissime da smontare. Nel secondo grado di giudizio, tuttavia, le pene si sono sensibilmente ridotte, è rimasto in piedi solo il reato di ricettazione e due imputati sono stati mandati assolti dal reato di furto (un solo episodio in abitazione). Secondo il teorema accusatorio, sostenuto ieri in aula dal procuratore generale che ha chiesto la conferma del primo grado di giudizio per tre imputati, i proventi delle razzie in decine e decine di appartamenti nelle province di Pisa, Lucca, Firenze e Livorno finivano, secondo la procura di Pisa, in laboratori i cui titolari a loro volta cedevano i monili ai gioiellieri per la successiva rivendita nel circuito legale, dopo averli modificati per renderli irriconoscibili rispetto agli originali derubati. Gli investigatori in questa indagine hanno sequestrato oltre 6 kg di oro, compresi alcuni lingotti realizzati dalla fusione dell’oro rubato. Agim Zuka, 37 anni, domiciliato nel Podere Cincinnato a Pontedera, ha visto la sua pena ridotta a 4 anni di reclusione dopo che il gup di Pisa – con rito abbreviato – lo aveva condannato a 7 anni, un mese e 10 giorni di reclusione. La Corte d’appello ha disposto per Zuka la misura meno afflittiva dell’obbligo di dimora al posto degli arresti domiciliari. Oltre 70 le parti offese individuate nelle indagini.  Avdus Haliti, 24anni, domiciliato a Coltano all’epoca dei fatti, difeso dall’avvocato Nicola Giribaldi, è stato condannato nel secondo grado a 3 anni e 9 mesi, quando a Pisa gli era stata inflitta la pena di 7 anni, un mese e 10 giorni di reclusione. Zuka e Haliti sono stati assolti in appello dal reato di furto. Anche Pietro Spinella, 60 anni, orefice, residente a Bibbona, aveva chiesto di essere giudicato con rito abbreviato Pisa, condannato dal gup Cipolletta a 4 anni e 8 mesi di reclusione: per lui la pena è stata ridotta a 3 anni di reclusione.  E’ invece ancora in corso in tribunale a Pisa il processo per gli altri tre imputati rinviati a giudizio e per il quale il processo si tiene con rito ordinario. Dei monili e preziosi sequestrati nell’ambito delle indagini, per circa la metà è stato possibile individuare i legittimi proprietari, meno di un terzo quella restituita ad un laboratorio orafo per effetto della decisione del gip del tribunale di Pisa.