Giovane morto nel Tevere, scatta un nuovo ricorso: "Si va alla corte europea"

Il mistero di Federico Carnicci, 27 anni, scomparso a Roma nel 2015. Per l’Italia il caso è chiuso: dissequestrati gli oggetti appartenuti al 27enne

Federico Carnicci

Federico Carnicci

Santa Croce sull'Arno (Pisa), 8 aprile 2023 - "Con maggio presenteremo il ricorso", dice l’avvocato Luigi Fornaciari Chittoni che porterà il giallo del Tevere davanti alla Corte europea per i diritti dell’uomo. Il caso è quello di Federico Carnicci che per la giustizia italiana è un caso chiuso. Ma per la famiglia e il suo legale si tratta di un caso sul quale le zone d’ombra sulle quali far luce sono tante e sono importanti. Invece, nelle settimane scorse, il gip del tribunale di Roma ha accolto la richiesta di archiviazione del pubblico ministero. Dalle circostanze emerse aveva rilevato il giudice, risulta poco credibile che Carnicci, 27 anni, scomparso a Roma il 7 luglio 2015 e restituito cadavere dal Tevere dieci giorni dopo, "sia stato spinto in acqua da terzi, in un punto dove non si toccava, così come non sembra verosimile che sia giunto in acqua in quanto trascinato per molti metri da parte di altri, contro la sua volontà". Ma è lo stesso giudice, pur archiviando, a lasciare spazio a dubbi. In quanto nello stesso provvedimento di archiviazione rileva che al tribunale non sfugge che qualcuno, al momento della denuncia di scomparsa, "abbia errato o mentito nell’esporre i fatti alle forze dell’ordine".

Una condotta, "pur biasimevole", che però non "appare aver avuto rilievo decisivo nella ricostruzione dei fatti". Non è d’accordo la famiglia che non ha mai creduto che la morte del 27enne fosse "da attribuire ad una fatalità". Al tribunale è apparso più credibile l’ipotesi prospettata dal pm, ovvero che il Carnicci stesso, per gli effetti dell’alcol, unito ad un possibile disorientamento per l’utilizzo di un barbiturico, "si sia addentrato spontaneamente nel fiume, senza rendersi conto del relativo pericolo, finendo per perdere il controllo della situazione e non riuscire a tornare indietro". Carnicci nel 2015 decise di andare a Roma a fare un’esperienza di strada con un gruppo di punkkabestia. Una notte scomparve. Dieci giorni dopo il fiume restituì il corpo.

L’avvocato Chittoni aveva portato in udienza una mole impotente di investigazioni difensive chiedendo nuove indagini e una nuova autopsia. Un lavoro che ora sta mettendo nero su bianco per portare il caso davanti alla Cedu. Intanto, proprio in questi giorni, mamma e sorella di Carnicci sono andate a Roma per ritirare gli oggetti sotto sequestro appartenuti a Federico.