"Fanghi smaltiti secondo i dati delle analisi"

Sul caso indaga la Procura di Roma. Parla il Gruppo Navarra: "Abbiamo rispettato pedissequamente tutte le procedure di legge"

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"Il produttore del rifiuto, ovvero solamente la società AeA Srl, secondo legge, provvede autonomamente alla classificazione e caratterizzazione del rifiuto dalla stessa prodotto. Nel corso degli anni tale rifiuto è stato sempre classificato come “non pericoloso”, attraverso puntuali analisi di caratterizzazione effettuate da laboratori terzi accreditati e non già come “pericolosi”, secondo quanto ipotizzato dalla Procura di Roma".

Lo afferma una nota della Navara Spa riguardo le indagini sulla gestione del Depuratore Asi di Ceccano – integralmente a carico di A&A Srl – e il relativo smaltimento dei fanghi da questo prodotti. Tra i 14 indagati c’è Rosettano Navarra, socio e fondatore della Società Navarra e dell’omonimo gruppo imprenditoriale ( da qualche giorno è anche figura di punta del Pontedera Calcio) che non è stato interessato da alcuna misura cautelare, "in quanto il medesimo Gip del tribunale – spiega la nota – , ha evidenziato la chiara diversità della sua posizione rispetto a quella di altri indagati". Navarra, unitamente ai rappresentanti del gruppo Navarra, è indagato per il presunto traffico illecito di rifiuti connesso alla ritenuta errata classificazione dei fanghi prodotti e smaltiti dal depuratore di Ceccano, gestito da una società in house del Consorzio Unico Industriale del Lazio, la AeA Srl. "Tutte le analisi effettuate da AeA Srl, nel corso degli anni hanno sempre confermato la natura “non pericolosa” dei fanghi prodotti che come tali sono stati smaltiti presso le Società del gruppo Navarra, sino ad ottobre 2021 – prosegue la nota – Peraltro sarebbero pervenuti ad AeA ulteriori analisi compiute da accreditati laboratori che hanno ancora una volta confermato la natura “non pericolosa” degli stessi, sancendo di fatto la correttezza della classificazione sinora effettuata da AeA e delle conseguenti procedure di trattamento e smaltimento". Ma non solo: "qualora i fanghi fossero stati classificati come “pericolosi”, le società del Gruppo avrebbero avuto ingentissimi vantaggi economici, in virtù del prezzo di smaltimento più alto per i “pericolosi” rispetto a quello dei “non pericolosi”, come previsto dal capitolato di appalto. E’ di tutta evidenza quindi il paradosso di aver guadagnato meno e per tale motivo risultare indagati".

"Riguardo all’esiguo quantitativo di rifiuti trasferiti nell’impianto Ecofor Spa di Pontedera – conclude la nota – si precisa che anche in questo caso gli stessi sono stati classificati “non pericolosi” da AeA e che le procedure di conferimento sono state pedissequamente rispettate secondo legge". Da qui la consapevolezza della "piena innocenza e completa estraneità ai fatti contestati".