
Ecco l’estate che piace al tartufo "Abbondanza del nero e prezzi bassi"
di Carlo Baroni
Che tartufo fa? Eccellente, abbondante. E, soprattutto, a prezzi a portata di tasca. Sembra lontanissima l’estate del 2022 quando, complice un caldo torrido estremamente prolungato e una siccità da fare paura lo Scorzone, il nero d’estate, diventò quasinuna rarità. Ma non solo, un anno fa, fummo in presenza di quasi una piccolissime, poche, e dalla qualità – spesso – sotto la media.
Tant’è che le quotazioni fioccarono alle stelle: si arrivò a pagare anche 500 al chilo per il tartufo d’estate, un prezzo che raramente era stato raggiunto. L’unico precedente fu l’estate del 2003, quell’estate africana che "bruciò" le pepite e quelle poche che arrivarono divennero preziose come perle. E questo 2023 nel quale, comunque, il, caldo non è affatto mancato?
Le cose sono andate diversamente, perché la primavera è stata di quelle che piacciono al tartufo e un po’ meno alle persone: tanta pioggia, molta umidità, qualche giorno di sole. Un mix climatico che è andato avanti anche per una parte del mese di lgiugno ed ha favorito la crescita dello Scorzone. Luca Fontanelli di Gazzarini Tartufi – azienda storica di commercializzazione del diamante della Diavola – ci conferma: "Abbiamo avuto bellissimi tartufi per tutto giugno, luglio è stato caldo ma il tartufo non è mancato; solo ora sta scarseggiando. Abbiamo avuto un prodotto di ottima qualità". E anche il prezzo, si apprende, è stato abbordabile: la forbice di prezzo ha oscillato tra i 50 ed i 150 euro al chilo. Solo in agosto sono stati sfiorati i 200 euro. "Un prodotto molto orientato all’export – conferma Fontanelli – con la Germania che resta tra le destinazioni primarie. Ma il tartufo si sa, alla fine, interessa quasi tutti i mercati".
Ora occhi puntati sul bianco. Si comincia il 10 settembre. Il, nuovo calendario che sposterà la raccolta a partire da primo ottobre prolungandola fino al 31 gennaio sarà il prossimo anno quest’anno si prosegue con il vecchio calendario, altrimenti alcune fiere avrebbero dovuto cambiare repentinamente la data e ci sarebbero stati problemi organizzativi. In termini di previsioni? Sempre difficili. Ma le basi, secondo gli esperti, si mettono a giugno per il Re dei Boschi e quest’anno, giugno, è stato ottimale. "Sullo Scorzone abbiamo recuperato circa l’80% sul 2022 – conclude Fontanelli –, Per il bianco i presupposti sono buoni. Ma si sa, l’incognita c’è sempre".