REDAZIONE PONTEDERA

"È stata una morte cardiaca improvvisa"

Si è concluso ieri con la relazione dei periti l’incidente probatorio sul decesso di Angelo Stanco. I familiari avevano fatto un esposto

Angelo Stanco aveva 39 anni

Si è concluso ieri l’incidente probatorio – iniziato la scorsa udienza con il conferimento dell’incarico ai periti – davanti al gip del tribunale di Pisa, Donato D’Auria. Ora gli atti saranno restituiti al pubblico ministero per le sue determinazioni. I consulenti del giudice, si apprende, hanno concluso che dalle operazioni peritali non sono emersi "elementi tecnici che possono integrare profili di colpa medica" a carico del personale che prestò soccorso ad Angelo Stanco.

Le cause del decesso, invece, sarebbero ascrivibili a morte cardiaca improvvisa. Una morte naturale, dunque. Angelo Stanco, 39 anni, dipendente della Matricardi spa, azienda di logistica e spedizioni con sedi in diverse regioni d’Italia e una filiale anche a Fucecchio, morì improvvisamente il 31 gennaio scorso, poco dopo le 10 del mattino, dopo aver una consegna in un’azienda di via dei Conciatori a Ponte a Egola. Effettuato lo scarico il 39 enne richiuse il portellone del mezzo, salutò e ripartì con il furgone.

Fatti pochi metri riaprì lo sportello e si accasciò esanime al suolo. Stanco abitava a Castelfranco, era molto conosciuto e stimato e faceva parte del gruppo musici della contrada San Michele in Caprugnana del palio dei barchini con le ruote. La sua fu una morte improvvisa, che, appunto – dopo un esposto presentato dai familiari alla Procura della Repubblica di Pisa – è stata oggetto di ulteriori approfondimenti da parte di tre periti: un medico legale, un internista, un anatomopatologo. I familiari, assistiti dagli avvocati Anna Francini, Alberto Marchesi e Monica Calò, avevano chiesto che venisse fatta piena luce sulle cause della morte in modo da far emergere eventuali profili di responsabilità in ordine al reato di omicidio colposo. Nell’esposto veniva chiesto alla Procura – il caso è seguito dal pm Flavia Alemi – di disporre accertamenti per verificare se fosse stato adeguato e tempestivo il soccorso, alla luce di una serie di circostanze sulle tempistiche e la sequenza degli arrivi.

Con l’apertura delle indagini – ed con i primi accertamenti ed acquisizioni documentali del pm Alemi, – erano state iscritte nel registro degli indagati nove persone. I periti, analizzando il caso, hanno evidenziato che i soccorsi, arrivati in due riprese, altro non poterono che mettere in atto il protocollo di rianimazione che, all’esito delle valutazioni, è stato ritenuto corretto ed idoneo al caso.

Carlo Baroni