Arriva davanti ai giudici di legittimità il caso dell’omicidio della ballerina ucraina. La Cassazione ha fissato per il prossimo novembre il processo a carico di Francesco Lupino, il tatuatore di Corte di Nardi, reso confesso e condannato per l’assassinio di Khrystyna Novak. Il difensore di Lupinio, l’avvocato Antonio Bertei, chiederà alla Corte di Cassazione di mettere sotto la lente i futili motivi. E’ l’aggravante che il legale punta a fare cadere con l’obiettivo di ottenere un ulteriore sconto di pena. Come? "Tutte le ragioni dell’omicidio non sono emerse – aveva dichiarato l’avvocato Bertei dopo aver presnetato il ricorso –. Ma è certo emerso dai processi che Khrystyna Novak minacciò Lupino di rilevare i suoi traffici illeciti. Da qui, riteniamo, che non possa sussistere l’aggravante dei futili motivi". In primo grado Lupino venne condannato a 29 anni di carcere.
Nel gennaio scorso la pena è diminuita di cinque anni. Il tatuatore uccise la ragazza con colpo alla testa con la Tanfoglio quando la Novak lo minacciò di raccontare tutto. Del resto lei sapeva tutto. Era stata lei a spingere il fidanzato ad interrompere i traffici illeciti che aveva messo in piedi con Lupino. Sapeva anche che Lupino faceva uso di droga, e sapeva anche che era stato lui ad incastrare il suo compagno con una soffiata alla polizia. Era rimasta sola in casa. Lupino disse che quando andò a trovare la ragazza lei lo minacciò che lo avrebbe denunciato.
E’ certo che la mise a tacere per sempre, e si disfece del corpo. Trasformandola in un fantasma. La ragazza, però, era morta. Fu Lupino stesso a raccontare di averla uccisa al pm Egidio Celano e alla Squadra Mobile di Pisa, dopo tre mesi di carcere e dopo che gli inquirenti avevano ritrovato anche il corpo della 29enne gettato in un vecchio casolare in balia dei roditori. Secondo i giudici d’appello le parole di Francesco Lupino non furono una confessione spontanea, ma l’estremo tentativo di alleggerire la propria posizione. La parola alla corte suporema.
Carlo Baroni