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Dai rifiuti nascono perle di vetro Il ‘miracolo’ circolare di Legoli

Un impianto unico in Italia dovrebbe sorgere accanto all’attuale: costo 125 milioni di euro per chiudere il ciclo di Ato Toscana Costa, consentendo di raggiungere gli obiettivi del 2030. Tutti i dettagli del progetto.

Dai rifiuti nascono perle di vetro Il ‘miracolo’ circolare di Legoli

Un nuovo impianto nella discarica di Legoli, unico in Italia, improntato su quei rifiuti che oggi non possono essere recuperati e che, a valle di altri trattamenti, sono destinati all’interramento in discarica. Rifiuti che diventeranno vetro. Un maxi progetto che si innesta in un piano economico finanziario con costi complessivi per 125 milioni di euro, con un’incidenza di circa 700mila euro ogni 1000 tonnellate di rifiuto trattato. Il progetto si prefigge l’idea di chiudere il ciclo di Ato Toscana Costa consentendo di anticipare il raggiungimento dell’obiettivo comunitario di smaltimento in discarica al 2030, che non dovrà superare il 10% del rifiuto prodotto.

La vocazione dell’impianto è quella di produrre materia. Grazie alla innovativa tecnologia Isotherm, non convenzionale e riconosciuta nel 2019 dall’Unione Europea quale Best Available Techniques, a fronte del trattamento di 177.000 tonnellate di rifiuti destinati alla discarica, saranno generati 26.500 tonnellate all’anno di perle vetrose destinate al mercato (è in corso la procedura di riconoscimento di End of waste), 50 mila m3 di acqua di qualità da destinare a scopi industriali e di comparto, circa 90 mila tonnellate annue di CO2 che sarà intercettata, liquefatta e reimmessa sul mercato. L’impianto è energeticamente autonomo e genera anche un surplus di circa 42.000 MWh di energia. La tecnologia Isotherm utilizza ossigeno, prodotto direttamente in loco, raggiungendo temperature di oltre 1300 gradi in particolari condizioni di pressione. Per questo lo scenario emissivo è bassissimo già all’uscita del reattore di trattamento. Le evidenze sperimentali, condotte per migliaia di ore in un impianto pilota di capacità 3 volte inferiore a quello proposto, hanno fornito dati utili per ricostruire un esaustivo quadro emissivo utile per impostare e sviluppare la fase di studio di impatto ambientale, che ha confermato la piena rispondenza degli scenari emissivi più penalizzanti, anche quando cumulati, ai limiti delle norme di settore.

La progettazione, sia civile che di processo, a firma di Paolo Ghezzi di Getas Petrogeo e di Grazia di Salvia del gruppo Itea, ha coinvolto un gruppo multidisciplinare di oltre 40 professionisti che hanno utilizzato le indicazioni emerse in fase di valutazione degli impatti, indirizzando le scelte progettuali verso la massima sostenibilità: i terreni di scavo, oltre 35.000 mc, saranno utilizzati per la realizzazione di manufatti e rilevati comprese le strutture di ingegneria naturalistica che caratterizzano il nuovo comparto. Sono state previste numerose alberature, pareti rinverdite sulle strutture edilizie e sistemi di intercettazione e recupero delle acque di processo. La sua collocazione nel polo impiantistico di Belvedere consente di prevedere importanti sinergie volte alla migliore interpretazione possibile della circolarità di settore utilizzando sia il percolato che il biogas della discarica di Legoli. L’impianto, in sintesi, è completamente autosufficiente da ogni punto di vista. La titolarità del progetto è della Newco Novatosc srl, partecipata all’85% dalla società Belvedere e al 15% dalla società Oxoco, licenziataria esclusiva, per l’intero territorio mondiale e per il settore dei rifiuti, della tecnologia Isotherm. La vita utile dell’impianto è considerata di 20 anni e si prevedono 31 unità di personale che dovranno garantire l’operatività dell’impianto h24.

I.P.