Dai campi di mele a quelli di calcio in A: la storia di Gianluca da Montopoli

Il ragazzo classe 1996 è approdato all'Atalanta

Gianluca Mancini in una foto da piccolo

Gianluca Mancini in una foto da piccolo

Montopoli Valdarno, 15 gennaio 2017 - Era il 2003 e durante una festa paesana, a Montopoli, l’allora allenatore del Valdarno Calcio Giuseppe Aurilia incontrò la famiglia Mancini. Indicando Gianluca, di soli 7 anni, disse loro: «Come mai questo bambino ancora non gioca a calcio?». Giovanni, il padre, spiegò che per lui era ancora troppo piccolo. Il ‘mister’ allora sentenziò. «O me lo portate voi o vengo a prenderlo io. Questo bambino deve giocare».

Un allenatore profetico, che i genitori ancora oggi ringraziano. Da quel giorno Gianluca non ha mai smesso di tirare calci a un pallone. Non smetteva nemmeno dopo gli allenamenti quando obbligava la sorella minore, Arianna, a fare il portiere in un’ipotetica porta regolamentare disegnata sul muro dell’azienda di famiglia.

I Mancini sono noti per la produzione di mele al cui raccolto, qualche volta, Gianluca partecipava. Da quel campo di mele si accede direttamente a quello della sua prima società di calcio. Aveva la fortuna di potersi tenere gli scarpini per tornare a casa. Un aiuto o, forse, una coincidenza. Resta il fatto che dopo soli due anni la Fiorentina mise gli occhi su questo talento più bravo, e più alto, della media. «Tornando dal provino a Firenze – raccontano i genitori Giovanni e Claudia – ci disse che avrebbe voluto dormirci sopra prima di accettare».

Tutta la famiglia era intorno a un tavolo. La zia Stefania insisteva per farlo andare. Babbo Giovanni era ancora titubante. Un padre, originario di Lamporecchio, che pratica sempre l’umiltà. Ma la decisione spettava solo al ragazzo. La mattina dopo , a colazione, avvisò che sarebbe andato. Iniziarono gli anni dei sacrifici e dei viaggi in città, quando la madre Claudia, lo accompagnava, in auto, e lo attendeva. A farle compagnia la figlia minore nel passeggino. Poi finalmente iniziò ad andare col treno.

"Quanti ricordi, quanti bei momenti – dice ancora la madre –, ma non è stato tutto facile. Adesso questa soddisfazione ci ripaga. Oggi una parte dei sacrifici se li accolla la fidanzata Elisa che per amore affronta mancanze e lontananze. Ma sono giovani con personalità: testa sulle spalle e obiettivi negli occhi. Ai sabati sera Gianluca è abituato a rinunciare". Quando torna a Montopoli si concede solo una visita agli amici del Bar Fantasy. Ma è la vita che ha scelto anche perché lo hanno scelto. Fiorentina, con quattro panchine in Europa League, Perugia e adesso l’Atalanta. E’ solo l’inizio della carriera, Gianluca ha ventuno anni e calcisticamente è ancora una mela verde, ma chissà se quando camminava per il suo meleto, magari tirando un calcio a qualche frutto per terra, si sarebbe mai immaginato di arrivare un giorno in serie A a difendere la propria area e le proprie decisioni notturne.