ILENIA PISTOLESI
Cronaca

Crv-sindacati, niente accordo: sarà sciopero

La vertenza non ha prodotto un’intesa tra le due parti. Braccio di ferro sul contratto integrativo aziendale e pensioni complementari

di Ilenia Pistolesi

Fumata nera nel faccia a faccia fra vertici della Cassa di Risparmio di Volterra e rappresentanti delle sigle sindacali sulla vertenza che da tempo tiene col fiato sospeso i lavoratori della banca. In soldoni, per i sindacati non sussistono le condizioni minime accettabili per trattare e pertanto il tentativo di conciliazione si conclude negativamente. E dunque sarà proclamato uno sciopero in una data ancora da stabilire. I punti focali, per i sindacati, riguardano l’aver cancellato il Cia (contratto integrativo aziendale) al 31 dicembre 2021, l’aver stracciato l’accordo sulla pensioni complementari con effetto dal 31 marzo prossimo e la riorganizzazione attraverso un ufficio back office che, secondo le sigle sindacali, potrebbe prefigurare l’attuazione di uno spin off, ovvero la cessione a una società esterna di lavorazioni e lavoratori ad essi adibiti. Due giorni di trattativa serrata in cui i sindacati hanno in primis accettato la rinuncia dei primi due punti, ovvero trattare senza avere il vecchio Cia ancora vigente e la questione pensionistica, chiedendo però che il cda Crv prendesse impegni formali in cui escludere lo spin off come strumento di risoluzione per i costi del personale. La delegazione aziendale di Crv ha, in sostanza, giudicato non percorribile la proposta delle sigle sindacali. Arriviamo dunque al secondo incontro, che si è svolto ieri: i sindacati, preso atto della posizione di chiusura dell’azienda, hanno riformulato la loro proposta, ponendo come condizione per non far saltare la trattativa il mantenimento del vecchio Cia per il tempo necessario al raggiungimento del nuovo accordo. La controproposta di Crv è stata quella di non accogliere la richiesta sindacale ma di dare decorrenza all’eventuale nuovo contratto a partire dal primo gennaio 2022. E qui, ecco arrivare la totale spaccatura, con la proposta dell’azienda è stata giudicata insoddisfacente dai sindacati, perché il mandato dell’assemblea dei lavoratori chiedeva il mantenimento del vecchio Cia fino al raggiungimento di un accordo.

Adesso le organizzazioni sindacali First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Fabi proclameranno pertanto uno sciopero. Una vertenza che non è arrivata a trovare un punto di caduta, dopo l’incontro di conciliazione avvenuto nei giorni scorsi a Roma in cui le parti si erano impegnate a incontrarsi in questi due giorni per verificare le reciproche posizioni e per giungere a un’intesa, ormai lontana.