Quando Volterra si ribellò a Firenze. La confessione di Antonio Maffei: "La mia congiura contro il Magnifico"

Trovato un manoscritto nell’archivio di Stato. Così viene riscritta una pagina della storia toscana

Il carcere fu costruito da Lorenzo il Magnifico dopo il sacco di Volterra

Il carcere fu costruito da Lorenzo il Magnifico dopo il sacco di Volterra

Volterra, 2 aprile 2023 – “Io Antonio Maffei di mio pugno confesso". Una pagina e mezzo scritta dal curiale di Volterra che era stato incaricato all’ultimo momento di uccidere Lorenzo de’ Medici nella Congiura dei Pazzi il 26 aprile 1478 durante la messa della domenica successiva alla Pasqua a cui tutta Firenze assistette in Santa Maria del Fiore. È la confessione, finalmente scoperta, del mancato delitto che pone la parola fine alla disputa fra ciò che aveva raccontato Angelo Poliziano e quello che sosteneva Niccolò Machiavelli, e che vede protagonista il volterrano Maffei, colui che sferrò il colpo, non mortale, al Magnifico. Il manoscritto scovato all’Archivio di Stato di Firenze dal professor Marcello Simonetta, membro del Medici Archive Project e docente dalla New York University nella sede fiorentina, mette ogni tassello al proprio posto e corregge anche la data in cui era stata identificata la morte di Maffei: non più il 3 maggio ma almeno dieci giorni dopo, quanto è durato il processo al quale è stato sottoposto dai magistrati. Un processo nel quale è stato allo stesso tempo interrogato e torturato e, prima di essere impiccato, gli sono stati tagliati naso e orecchie. Una particolarità della carta ritrovata sono i due incipit della confessione.

“Il cambiamento è dovuto - spiega Simonetta - al fatto che Maffei non avrebbe cominciato il racconto dei fatti nella forma giuridica giusta; così ha girato il foglio e riformulato quella ricostruzione del 26 aprile che l’ha portato alla morte. Maffei covava da cinque anni il suo risentimento verso Lorenzo de’ Medici, che con una missione militare aveva saccheggiato Volterra che aveva osato ribellarsi a Firenze. Ma non era stato la prima scelta per affondare i colpi sul Magnifico. Il sicario avrebbe dovuto essere Giovanni Battista di Montesecco, che per questioni politiche si tirò indietro fornendo però alla congiura i suoi due più fidi fanti; ciò non impedì che venisse poi ucciso il 4 maggio durante le retate di massa".

Durante la congiura, il curiale volterrano e incaricato di uccidere il Magnifico fece l’errore di fare precedere il proprio gesto dal grido "Ah, traditore" udito il quale Lorenzo si girò riuscendo a evitare una coltellata alla carotide, finita invece sulla spalla. Il resto lo fece il sacrificio di Franceschino Nori che si beccò i colpi indirizzati al suo amico che fece in tempo a rifugiarsi nella Sacrestia Vecchia. Nella confessione, Antonio Maffei assolve il giovane cardinale Raffaele Riario, appena diciassettenne, che ignaro – così dice il congiurato – stava celebrando la messa. E indica i mandanti politici della congiura: Papa Sisto IV, il Re di Napoli Ferdinando Ferrante d’Aragona e il Duca di Montefeltro che aveva giurato guerra ai Medici.