
L'operazione di Livorno condotta dalla guardia di finanza e dall'agenzia delle dogane
Pontedera, 8 febbraio 2017 - Un commercialista con studio a Pontedera è stato denunciato dalla Guardia di Finanza di Livorno e dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli nell'ambito dell'indagine che ha smascherato una cosidetta "frode carosello" tra Livorno, Francia, Germania, Bolzano, e Avellino. Due imprenditori sono stati arrestati. Altre due persone hanno l'obbligo di firma e le altre, tra cui il commercialista, sono state denunciati. Sequestrati beni per oltre 4 milioni di euro tra conti correnti, immobili e autovetture. La frode è stata perpetrata da aziende del settore del commercio di prodotti hi-tech con fatture false emesse e ricevute per 60 milioni di euro. Finanzieri e funzionari delle Dogane di Livorno hanno eseguito 15 perquisizioni tra abitazioni, sedi societarie e lo studio di un commercialista dislocate tra Toscana, Trentino Alto Adige, Campania ed Emilia Romagna su ordinanza emessa dal giudice per le indagini premilinari del Tribunale di Livorno, Antonio Pirato. Le attività inquirenti sono state coordinate dal capo della Procura di Livorno, Ettore Squillace Greco e dai sostituti procuratori Arianna Ciavattini e Sabrina Carmazzi. La perquisizione ha interessato anche il commercialista di Pontedera. La frode è stata messa in atto tramite società cartiere, prive di struttura imprenditoriale, che acquistavano ingenti quantità di prodotti hi-tech direttamente dai fornitori comunitari, poi la merce non veniva consegnata alle ditte che avevano effettuato l’ordine, ma direttamente agli effettivi destinatari, beneficiari della frode. Nelle indagini è emerso che l'aporto del commercialista di Pontedera, professionista di fiducia dell'imprenditore al centro della frode, è stato rilevante "per la realizzazione del meccanismo fraudolento per ostacolare le attività di controllo". "Custode delle scritture contabili di tutte le imprese coinvolte e incaricato della registrazione delle fatture - hanno spiegato guardia di finanza e agenzia delle dogane di Livorno - il commercialista aveva fatto in modo di fissare presso il proprio studio la sede legale delle società e aveva presentato, per le stesse, dichiarazioni fiscali con importo pari a zero. In questo modo, le imprese non risultavano formalmente evasori totali, sebbene non dichiarassero all’erario né redditi né volume d’affari. Eè stato denunciato per concorso nei reati tributari ascritti agli altri indagati".