
Il magazzino
Pontedera, 14 gennaio 2016 - La storia di Cidici è arrivata in tribubale a Pisa. Sono cento le posizioni di creditori che sono state trattate stamani dal giudice Zucconi nell’ambito del fallimento della società nata dalle ceneri del colosso dell’informatica Cdc e che rappresenta uno dei naufragi più gravi (oltre 10milioni) degli ultimi anni in provincia di Pisa. Quella di oggi – come precisa il curatore fallimentare nominato dal tribunale, Stefano Garzella – è stata solo una prima udienza. Si torna in aula l’8 febbraio alle 10. Del resto sono 400 le ammissioni allo stato passivo, mentre i creditori sono oltre 2mila sparsi in tutta Italia: non è detto che tutti si facciano avanti, ma hanno un anno di tempo per insinuarsi in modo tardivo. Si va da crediti di poco conto a cifre davvero importanti. Così la storia di Cidici è arrivata fino in Tribunale, l’epilogo più drammatico e pesante iniziato ieri e che dovrà vivere ancora diversi passaggi. Uno, importante, sarà quello dell’asta competitiva dei beni che «si aprirà la prossima settimana», ammette Garzella: migliaia e migliaia di unità fatte di indirizzi Ip, siti, account, indirizzi di posta elettronica certificata. «Un settore che sto facendo vivere e lavorare come un ramo d’azienda, ma che in realtà non lo è per il mercato», spiega il curatore fallimentare che ha dedicato grande impegno al timone di questo naufragio dai numeri importanti e dagli effetti significativi, anche in termini di posti di lavoro: nelle turbolenze che hanno travolto Cidici si sono finiti anche 79 dipendenti (di cui 30 usciti dall’operazione e inseriti in maniera volontaria nelle liste di mobilità), attualmente in regime di cassa integrazione straordinaria. Quale futuro? «Non si concretizzano prospettive – ammette Ombretta Pieracci (Cgil) – Se qualche interessamento c’è stato, è anche velocemente svanito".