Cibo, cabaret e musica per l’Utopia del buongusto

La kermesse festeggia 25 anni di vita, a Pontedera la serata numero 1430. Stasera a Villa Castran Andrea Kaemmerle e il maestro Giovanni Sbolci

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Con l’estate torna il teatral-gastronomico ’Utopia del Buongusto’ e festeggia 25 anni di vita. Lo slogan è un’equazione: 25esima edizione, 14 di secolo +34 di follia, ossia una grandissima stagione. Incanto dei posti, cibarie e voglia di essere birbanti e disubbidienti, è sempre quello da un quarto di secolo, cosi come la direzione artistica affidata ad Andrea Kaemmerle. Tre cifre: 25 anni compiuti, 1.429 serate fatte, 194.000 spettatori coccolati e il motto è sempre lo stesso: "Si può solo godere o soffrire, godicchiare non è serio".

"Si parte – spiega Andrea Kaemmerle - con la serata numero 1430 con un progetto ancora così esteso e partecipato da non essere definitivo e bloccato. Nel senso buono del termine, sta ancora crescendo e ogni giorno arrivano nuove perle. L’inizio è da Pontedera, da sempre sede di Guascone Teatro che cura il festival". Il cartellone si chiude il 30 ottobre: 51 serate di cene e teatro in oltre 20 Comuni della Toscana, 5 province (Pisa, Lucca, Livorno, Firenze, Arezzo), 21 compagnie coinvolte, 150 artisti, 5 mesi di spettacoli ed enogastronomia.

Il primo appuntamento, alle 21,30 di stasera, è a Villa Castran con ’Cabaret Mistico (deluxe edition)’ di e con Andrea Kaemmerle. Sul palco 60 musicisti dell’Accademia Musicale Pontedera diretti dal maestro Giovanni Sbolci. Il cabaret d’autore incontra la filosofia.

L’idea fondante è quella di unire in un tutt’uno senso del ridicolo, senso del comico, senso del sacro, senso del buono, senso del filosofico, senso dell’osceno. Alle 20, cena a cura della gastronomia Giannini. Dinner box a 12 euro: si prenota la cena in scatola e si va a mangiarla nel parco della villa. Apericena buffet alla pasticceria Giannini a 10 euro. Ingresso allo spettacolo, 8 euro.

Per prenotazioni 328-0625881 o 320-3667354. Prossime date il 24, 25 e 26 giugno con ’L’aiuto Becchino’, la folle storia di Giacomo De Bastiani, vissuto con la famiglia in un cimitero, tra le tombe, al parco della Castellina a Santo Pietro Belvedere.