SARAH ESPOSITO
Cronaca

"Che onore il mio nome tra le star"

Andrea Valeri, chitarrista, inserito tra i personaggi mondiali di rilievo nel Museo Pedro Escudero di Madrid

di Sarah Esposito

Tra Luciano Pavarotti e Paco de Lucia c’è il nome di un chitarrista che da Pontedera si è fatto strada nel mondo. Parliamo di Andrea Valeri che da oggi ha conquistato il suo spazio tra i big della politica, dello spettacolo, della musica e dello sport nel Museo Pedro Escudero di Madrid. "Com’è successo? – racconta Valeri – Mi è arrivata una mail direttamente dal fondatore, Pedro Escudero Moreno, mi chiedevano di essere esposto all’interno della loro collezione. Mi sono preso un giorno e mezzo per pensarci. I nomi che sono raccolti in quelle stanze appartengono a personaggi che hanno fatto cose incredibili su questo pianeta, ci sono scienziati che hanno scoperto cose, leader mondiali, sentivo una grande responsabilità, soprattutto per l’età che ho".

Andrea ha 29 anni e con la sua musica ha già girato il mondo, dall’Australia alla Nuova Zelanda, dalla Russia al Canada, dall’Europa al continente africano. È stato definito il Principe della chitarra acustica, ha iniziato la sua carriera a 10 anni studiando prima le tecniche della chitarra classica, per poi approdare alla chitarra acustica. A diciotto anni è stato insignito del titolo di “eccellenza musicale italiana”. Adesso è docente di chitarra acustica e fingerstyle all’Accademia della Chitarra di Pontedera. Oggi il giovane artista e produttore riceve l’onore di essere esposto accanto ai 15 mila nomi più altisonanti della nostra epoca tra cui: Luciano Pavarotti, Indira Gandhi, Marlene Dietrich, Rafael Nadal, Diego Armando Maradona e moltissimi altri. Il museo è una raccolta di oggetti, autografi e testimonianze di grandi personaggi. "Sono esposti alcuni poster autografati – continua – dei miei più recenti tour e la copia originale del mio ultimo disco Historia. Dove sono stato collocato? Insieme a chitarristi e compositori, nella stessa stanza di Pavarotti e Paco de Lucia, una sorpresa meravigliosa. Mi piace pensare a questo come uno spiraglio di speranza non solo per me, ma per la musica in questo anno così difficile e per tutti i giovani artisti. Perché quelle cose che sono esposte sono mie, sì, ma in qualche modo appartengono a tutti, sono il frutto dei miei ultimi 14 anni in giro per il mondo". Un messaggio di speranza che arriva in un momento molto difficile per tutto il mondo dell’arte.

"Credo che sia necessario – conclude – sensibilizzare che il mondo della musica e dell’arte non sono separati da quello reale, esiste e il pubblico può fare moltissimo per sostenerlo, può difenderlo prendersene cura. Anche adesso l’unica cosa che si può fare per ripartire è che sia il pubblico a richiedere la nostra presenza. Vorrei che la notizia dell’esposizione della mia musica al Museo Pedro Escudero fosse un punto per guardare al futuro, un esempio che possa spronare tanti giovani. Cosa mi auguro? Vorrei riuscire a suonare dal vivo con l’orchestra l’ultimo disco Historia, uscito proprio prima del lockdown".