Strage di cavalli, è caccia al killer

Nove cavalli morti nel centro di recupero. "Li hanno avvelenati"

Due cavalli del centro di recupero di Tignano, Volterra (Pisa)

Due cavalli del centro di recupero di Tignano, Volterra (Pisa)

Volterra (Pisa), 26 febbraio 2019 -  Piomba un alone fitto di sospetti sulla morte di nove cavalli accuditi in un centro di recupero a Tignano, fetta di campagna di Volterra incastonata fra le province di Pisa e Siena. Un giallo a tinte fosche che avvolge la fine di otto esemplari, tutti in ottimo stato di salute, che qualche settimana fa si sono accasciati improvvisamente a terra. E un altro cavallo, una femmina, morta nei giorni scorsi in preda alle convulsioni.

Il quadro delle indagini non è ancora chiuso: il dato, assodato, parla di morti avvenute per intossicazione per gli otto esemplari deceduti nelle scorse settimane, forse riconducibili a un fattore letale (nelle piante o nei terreni), che non è ancora venuto a galla dai rilievi effettuati. Così come resta in campo l’ipotesi di un misterioso avvelenatore. È un vero rompicapo che in queste ore ha messo in forte allarme la onlus Italian Horse Protection, associazione attiva da dieci anni a livello nazionale che si occupa del recupero di equini maltrattati o sottoposti a sequestro giudiziario. Trecento gli animali strappati da situazioni di totale emergenza negli ultimi lustri, e una cinquantina i cavalli che nel mese di dicembre hanno trovato nuovo riparo nel borgo di Volterra, dopo un ricovero di fortuna a Montaione, nella provincia di Firenze.

Ed è  nei giorni successivi al trasferimento che si è spalancato l’enigma: gli animali sono morti improvvisamente e in contemporanea, addirittura in piccoli branchi. Decessi in sequenza, avvenuti nei pascoli e nella stessa fascia oraria, quella mattutina, e con identiche modalità: animali sani che, d’un colpo, sono crollati a terra senza più riprendersi. Fino ad arrivare al decesso di qualche giorno fa, quando una cavalla in salute è morta dopo un attacco convulsivo. Dai primi esiti, se pur parziali, delle autopsie effettuate a Bologna sulle otto carcasse, si parla di morte per intossicazione, mentre restano escluse cause di natura virale o infettiva. I rilievi effettuati su terreni, falde acquifere e piante, portano in prima battuta a escludere la presenza di un agente tossico.

La Onlus  adesso attende un supplemento di indagini da parte di Arpat per un ulteriore approfondimento ambientale che possa, o meno, scongiurare l’ipotesi di uno sversamento chimico nei terreni. Le piste, al momento, restano tutte aperte. Incluso un ipotetico scenario di natura dolosa. «La faccenda è davvero anomala – spiega Sonny Richichi, presidente della Onlus – le morti hanno colpito animali non giovani ma in salute, risparmiando invece altri esemplari più fragili. Non abbiamo mai ricevuto minacce, ma a questo punto sorge il sospetto che la nostra attività possa dar fastidio a qualcuno. Adesso siamo in attesa di conoscere gli esiti dell’autopsia sulla cavalla morta qualche giorno fa. Potrebbe trattarsi di un decesso per cause naturali, anche se le circostanze, per alcuni aspetti, hanno similitudini con i casi avvenuti nelle passate settimane. Abbiamo allertato le autorità e il ministero della Salute, in attesa che le indagini facciano completa chiarezza su queste morti misteriose».