CARLO BARONI
Cronaca

Caso Tmm, la Fiom esulta "Hanno cercato di far pagare il loro fallimento agli operai"

Il leader toscano Massimo Braccini dopo la sentenza: "Alla fine è stata fatta giustizia". I legali del liquidatore chiedevano agli ex dipendenti danni per quasi un milione di euro.

di Carlo Baroni

"Il presidio permanente degli ex lavoratori Tmm di Pontedera si é sempre svolto nel pieno rispetto delle leggi e delle regoli civili". L’ha sempre detto il leader di Fiom Toscana Massimo Braccini che quella vertenza e quella lotta – lunga oltre un anno – l’ha vissuta in prima persona. L’ha sempre detto e lo ribadisce oggi dopo che il tribunale di Pisa ha stabilito che quella protesta dei lavoratori non provocò danni alla società in liquidazione. Un conto che era stato quantificato per la causa in quasi un milione di euro. Precisamente 961mila euro. Soldi, dunque, che ora non devono essere pagati perché non c’è stato alcun danno.

Nel 2018 a 26 lavoratori ed al segretario Fiom di Pisa – ricorda Braccini – era arrivato un atto di citazione dal tribunale depositato dai legali del liquidatore della Tmm con richiesta di risarcimento danni per un ammontare, appunto di circa un milione di euro, "per aver impedito, a loro avviso, il libero accesso allo stabilimento". "Avevamo ritenuto quella richiesta un fatto gravissimo, inaudito – sottolinea il segretario regionale Fiom – . La Tmm aveva chiuso l’azienda ed abbandonato tutti i lavoratori, e poi aveva cercato di far pagare il conto del loro fallimento gestionale agli ex dipendenti che lottavano per provare a costruirsi un futuro lavorativo. I lavoratori, come avevamo sempre sostenuto, non avevano mai impedito a nessuno di entrare o uscire dallo stabilimento, ne vi erano mai sono mai stati sconfinamenti fisici". "La sentenza precisa infatti che “dalle testimonianze assunte e dai documenti in atti, non si ricava l’effettività di un impedimento assoluto all’accesso“ – sottolinea Braccini – La richiesta di risarcimento danni ai lavoratori licenziati, ha segnato un comportamento spudorato di chi lo ha messo in atto e una condizione di regressione profonda, non degno di una società civile fondata sul lavoro". I lavoratori sono stati rappresentati dagli avvocati Andrea Stramaccia e Gianluca Esposito.