Caso terre avvelenate. Verso la terza udienza. Keu sotto la lente del Mase

"Ci sono valutazioni in corso sulla costituzione di parte civile nella vicenda". Il ministro dell’ambiente Fratin ha risposto ai senatori Potenti e Borghi.

Caso terre avvelenate. Verso la terza udienza. Keu sotto la lente del Mase

Caso terre avvelenate. Verso la terza udienza. Keu sotto la lente del Mase

Si torna in aula il 7 giugno per lo scandalo Keu, l’inchiesta per la quale la quale la magistratura antimafia chiede il rinvio a giudizioni di 24 persone e sei società ritenute coinvolte nello scandalo delle terre avvelenate. Il gup Gianluca Mancuso deciderà nella prossima udienza se ammettere al processo le presunte parti offese e danneggiate che sono intenzionate a chiedere il risarcimento dei danni: una quarantina tra persone fisiche (proprietari di terreni), Comuni, sindacati, associazioni. Non si è fatto avanti, per ora, il ministero dell’ambiente. Ma potrebbe farlo presto. Lo si apprende da una nota di Manfredi Potenti e Claudio Borghi, senatori della Lega: "Accogliamo con soddisfazione la risposta fattaci pervenire dal ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin – scrivono – alla richiesta di valutare che il suo dicastero potesse costituirsi parte civile nel processo cosiddetto Keu. Grazie al ministro per l’interessamento che ha prodotto una relazione tecnico-giuridica dagli uffici competenti ora trasmessa all’Avvocatura generale dello Stato". "Seguiremo insieme ai colleghi della Lega alla Camera gli sviluppi – dicono i due esponenti del Carroccio – soddisfatti che la risposta del ministro lascia intendere la volontà di prendere atto della dimensione delle conseguenze del traffico di rifiuti illeciti oggetti del processo".

Uno scandalo, quello del Keu, che arriva nell’aula penale a tre anni dallo scoppio dell’inchiesta e a quattro anni dall’indagini, e si preannuncia molto complesso, per il numero di imputati e per la grande varietà di reati contestati. Ma non solo. Nelle carte dell’inchiesta arrivata davanti al gup sono 13 i siti ritenuti inquinati.

Carabinieri forestali e Arpat, coordinati dalla procura - dopo aver bloccato con il blitz del 2021, quando scoppiò lo scandalo, il sistema di smaltimento illecito – da mesi pare stiano mettendo sotto osservazione altri luoghi potenzialmente interessati dal keu. Secondo indiscrezioni, gli esami e le verifiche di Arpat e carabinieri si starebbero concentrando su una sessantina di siti in tutta la Toscana. Pare anche in provincia di Pisa e nell’aretino: i pm avrebbero aperto un nuovo fascicolo parallelo al primo. Un "Keu bis".

Carlo Baroni