REDAZIONE PONTEDERA

«Sotto quella piazza c’è un tesoro? Non illudiamoci»

Bientina, la storia dei borghi “riemerge”. Il dibattito e il commento del sindaco

La piazza di Bientina

Bientina (Pisa), 9 maggio 2017 - No, quella piazza parcheggio nel cuore della cittadina non va bene. E lo stesso sindaco Corrado Guidi, ormai vicino ai saluti d’addio per fine mandato, ammette, che bisogna trasformarla in qualcosa di più vivo “perché il solo mercato del martedì mattina e i mercatini dell’antiquariato sono troppo poco”. Là dove sorgeva la Bientina storica c’è infatti da 52 anni una grande piazza adibita soprattutto a sosta delle auto. E soltanto il nome, piazza dei Borghi, testimonia cosa c’era prima. Un parcheggio che un po’ stona con l’architettura e la socialità bientinese.

«I borghi non ci sono più e pur se vanno ricordati anche con affetto perché esprimevano un tessuto sociale per certi versi più romantico di quello attuale – ha detto il sindaco al convegno, appunto, sulla demolizione delle case e vicoli sopravvissuti ai secoli – non si può certo ricostruirli. Ma è arrivato il momento di far rivivere quella piazza dove ormai ci si saluta soltanto quando si sale o si scende dall’auto. Credo che innanzitutto bisognerebbe costruire un altro parcheggio fuori dal centro e trasferire lì le auto». Ma cosa si può fare nella piazza senza più Borghi? L’ex sindaco Francesco Bandecca vorrebbe intanto, e non è una novità, verificare cosa c’è di archeologico nel sottosuolo. Anche perché, secondo lui «c’è parecchio». Mentre il sindaco dice che: «pur avendo una grande storia, difficilmente Bientina potrà diventare un centro turistico attraverso l’archeologia».

«E’ un sogno irrealizzabile – dice Guidi – ma anche la situazione attuale non va bene». Tesi sulla quale sono d’accordo anche l’assessore Dario Carmassi e altri. Al convegno svoltosi nella saletta della torre civica è intervenuto anche l’architetto Giovanni Santi dell’Università di Pisa che ha parlato del ‘sempiterno’ tema-problema della difficile conservazione del passato e al tempo stesso della necessità di adeguare le città e i paesi alle esigenze più moderne. E così il discorso si è allargato alle famose demolizioni mussoliniane dai quartieri ancora medievali di Roma che dovettero cedere il passo a Via della Conciliazione o a Via dell’Impero (ora Via dei Fori Imperiali), per qualcuno uno sbaglio e un tradimento della storia. Ma si è parlato anche delle demolizioni dell’Italia neo-unita dei quartieri medievali non più in linea con le necessità della Firenze capitale.

Il convegno è nato dalla presentazione del bel libro di Massimo Pratali «Bientina, la demolizione dei Borghi» (Cld) nel quale si rifa con scritti, documenti e immagini la storia della vicenda di 52 anni fa e si raccontano anche i nomi e i vivacissimi soprannomi degli ultimi abitanti di quelle case e botteghe artigiane spesso degradate ma ricche di umanità.