SANTA CROCE
di Carlo Baroni
Pelli rubate per centinaia di migliaia di euro e poi reintrodotte nel circuito regolare. Siamo nel 2013, l’anno "nero" per i colpi in conceria nel Comprensorio del Cuoio per gli assalti di un gruppo capace di trovare compiacenze in camionisti e operai, tra azioni rapide e altrettanto veloce ricollocazione della refurtiva. Un sistema - ora sotto la lente di un processo arrivato in aula con la citazione diretta a giudizio a vario titolo, per furto aggravato in concorso e ricettazione - messo in piedi da dodici persone di cui due sono uscite dal percorso giudiziario: uno ha patteggiato la pena, un altro ha ottenuto la riqualificazione del reato in furto semplice e nel frattempo è stata rimessa la querela a suo carico. Per dieci di loro l’istruttoria dibattimentale in tribunale a Pisa, davanti il giudice Paola Giovannelli, per valutare la eventuale sussistenza delle accuse entrerà nel vivo tra una decina di giorni: Domenico Papa di San Donato, Vito Della Luce di Santa Maria a Monte, Niccolò Vetrano di Montecatini Terme, Antonio D’Apruzzo di Montesarchio, Roberto Melani di Santa Maria a Monte, Giuseppe e Mario De Blasio di Montesarchio, Hysaj Hysen di Fucecchio, Antonio Palumbo di San Minato, Liberato Riccio di Fucecchio che aveva chiesto di patteggiare ma il pm non ha prestato il consenso.
Una banda - come ricostruito nella lunga indagine dei carabinieri di Santa Croce tra intercettazioni e approfondimenti - con ruoli e presenze diverse nei singoli episodi (non è contestata nel procedimento l’associazione per delinquere) ma il cui sistema era bel oliato tra furti su commissione, grazie a basisti presenti all’interno delle stesse aziende depredate, e capacità di indivifuare dove piazzare la refurtiva. A Papa, si apprende, sono contestati vari episodi di furto aggravato in concorso con Della Luce, Vetrano, D’Apruzzo di cui uno ai danni della Ditta Fric di Santa Croce con sottrazione di 4200 pelli. Alla Sa.Ga.Pel di Santa Croce furono invece rubate pelli per 100mila euro. All’Antiba uno dei colpi più grossi: merce per 250mila euro. Alla Stratos, sempre a Santa Croce, la banda fece un carico di pelli per 45mila euro. Il Papa inoltre è imputato del reato di ricettazione per avere ricevuto da persona ignota un autocarro provento di furto, nonché altre ipotesi di ricettazione per avere acquistato o ricevuto le pelli oggetto dei furti. Il Papa risponde anche di ricettazione in concorso con a altri per avere ricevuto mille pelli provento del furto della conceria M 2. Perchè sarebbe stato lui, nell’ipotesi della Procura - che sarà messa la vaglio del dibattimento - a decidere dove piazzare la merce a beneficio di tutto il gruppo.