
La richiesta, avanzata dal sindacato nazionale Finanzieri è stata pubblicata sul sito della sigla sindacale
VOLTERRA
La Tenenza della guardia di finanza di Volterra ha avviato un’azione formale per ottenere il riconoscimento di sede disagiata o particolarmente disagiata. La richiesta, avanzata dal sindacato nazionale Finanzieri e pubblicata sul sito della sigla sindacale, dipinge un quadro complesso delle condizioni di vita e lavoro dei militari impiegati nella città etrusca. Il documento, rivolto alla segreteria nazionale e regionale del Sinafi, sottolinea come la Tenenza di Volterra operi in una situazione di "estremo disagio", già da tempo riconosciuta per altre forze dell’ordine come la polizia di Stato e la polizia penitenziaria, e più recentemente per i vigili del fuoco di Saline di Volterra. La richiesta si basa su una serie di fattori: Volterra si trova a 531 metri sul livello del mare e a notevole distanza dai principali centri di interesse: 69,2 km da Pisa, 84,3 km da Firenze, 72,4 km da Livorno. Queste distanze sono aggravate da una "complessa morfologia del territorio" con strade tortuose, senza superstrade, soggette a dissesti, smottamenti e condizioni climatiche avverse in inverno, con neve e ghiaccio frequenti. Nella lettera si rimarcano carenze logistiche: gli uffici della Tenenza, in piazza dei Priori in un palazzo storico, si trovano al secondo piano senza ascensore. Vengono segnalati solo due bagni, uno dei quali spesso guasto, e l’impossibilità di parcheggiare nelle immediate adiacenze della caserma a causa della ztl, costringendo i veicoli di servizio a sostare a circa 500 metri.
La missiva punta inoltre un faro sulle risorse umane che lavorano sotto lo scacco della pressione: la Tenenza, a fronte di una forza organica di 15 unità, conta su 12 militari effettivi, metà dei quali con almeno dieci anni di permanenza a Volterra. La sede "non è ambita", tanto che il personale assegnato spesso rinuncia al trasferimento, portando a una "mancanza di avvicendamento e un estremo disagio psicologico". Nella lettera si sottolinea come i collegamenti con il resto della Toscana siano "scarsi e di difficile fruizione", rendendo l’automobile l’unica opzione.
I.P.