GABRIELE NUTI
Cronaca

Giornalisti italiani bloccati a Kiev, Alfredo Bosco: “Non siamo collaboratori dei russi”

Intervista al fotoreporter a cui l’Ucraina ha sospeso l’accredito come al collega Sceresini: "Siamo molto stanchi, in un limbo stressante”

Alfredo Bosco (a sinistra) e Andrea Sceresini ieri da Kiev mentre aspettano lo sblocco degli accrediti

Santa Croce (Pisa), 21 febbraio 2023 – Alfredo Bosco è il fotoreporter di Santa Croce a cui le autorità Ucraine hanno ritirato l’accredito. Dal 6 febbraio gli viene impedito di documentare il conflitto che sta seguendo da un anno.

Perché questa decisione da parte degli ucraini?

"Non ci sono motivazioni ufficiali, ma tramite canali nostri siamo venuti a conoscenza di essere sospettati come ’collaboratori russi’ perché in passato, anni prima dello scoppio del conflitto del 24 febbraio 2022, abbiamo lavorato nei territori occupati dalle forze separatiste filo russe. Dietro questa decisione ci sono i servizi di sicurezza. Siamo consapevoli che il ruolo dei servizi è quello di tutelare la popolazione ucraina e siamo in un Paese in guerra invaso, ma i nostri reportage fatti in quei territori erano distanti dalla loro propaganda".

Dove ti trovi e come stai?

"Sono a Kyiv insieme al collega Sceresini. Quando ci hanno sospeso gli accrediti eravano a Kramatorsk, nel Donbas, e ci è stato richiesto dall’ambasciata italiana di rientrare nella capitale per agevolare la risoluzione di questo problema. Siamo molto stanchi, onestamente, lavoriamo in Ucraina da mesi e questo limbo è stressante".

Hai avuto modo di parlare con le autorità ucraine?

"Ci siamo messi subito a disposizione, ma non abbiamo avuto modo di parlare con nessuna loro autorità, solo brevi scambi con l’ambasciata ucraina italiana che si è dimostrata attenta con noi. Solo tramite terze persone ci è stato detto che avremmo avuto un interrogatorio per chiarire la nostra posizione, ma sono passate due settimane e continuiamo a non poter lavorare in Ucraina. Questo clima ci preoccupa. Tornare in Italia sarebbe una sconfitta. Quando i giornalisti incominciano ad essere bloccati non è mai un buon segnale".

Oggi a Kiev è arrivato Biden, l’Occidente è con l’Ucraina. Non trovi assurdo che il Paese vittima di Putin pregiudichi l’informazione?

"L’Ucraina è in guerra e il lavoro della difesa e dei servizi di sicurezza è fondamentale. Questo nostro caso può far apparire il Paese in modo negativo agli occhi dell’Occidente, eravamo consapevoli di questo e per queste ragioni volevamo evitare che la notizia si diffondesse, visto che abbiamo lavorato senza problemi con le autorità ucraine fino a febbraio. Dall’altra parte c’è la Russia dove c’è un clima di caccia alle streghe nei confronti dei reporter che vogliono documentare la situazione reale. Lo stesso Andrea a ottobre è entrato in Russia per mostrare le falsità del governo di Putin. Siamo reporter, è nostro dovere andare anche dove, per fare il nostro mestiere, rischiamo di essere arrestati o espulsi, spero che questa situazione non accada in Ucraina".

Domani (oggi, ndr) la presidente del consiglio Giorgia Meloni sarà a Kiev e incontrerà Zelensky. Vuoi fare un appello alla nostra premier? Speri parli dei giornalisti bloccati in Ucraina?

"Sicuramente la presidente Giorgia Meloni ha presente la nostra questione".

gabriele nuti