
L'avvocato Tiziana Mannocci
Pontedera, 15 ottobre 2016 - Inizia il cammino giudiziario di una storia terribile riunita in oltre 8mila pagine d'inchiesta. Ma ora è certo: il 2 febbraio prossimo si terrà davanti al giudice del Tribunale di Savona Francesco Meloni, l’udienza preliminare relativa all’inchiesta sulla truffa intorno alle adozioni internazionali sull’asse Italia-Kirghizistan (paese dell’ex Unione Sovietica). Il sostituto procuratore Daniela Pischetola – alla fine dello scorso febbraio –, aveva chiesto il rinvio a giudizio per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe nei confronti dei responsabili e referenti di una onlus, l’Associazione Airone, che operava dal 1991 ed aveva sede ad Albenga (a Savona, in Liguria) e filiali anche in altre zone d’Italia: ad Azzano San Paolo (in provincia di Bergamo), ma anche a Pisa e Roma. L’inchiesta vede, come parti offese anche due coppie pisane. E una di queste coppie è assistita dall’avvocato Tiziana Mannocci. I destinatari delle richieste di processo sono l’allora presidentessa dell’associazione Silvia La Scala, 69 anni, di una collaboratrice della onlus, Inna Troukhan, 47 anni, che operava da Bergamo, e dei due referenti esteri di «Airone», Alexander Angelidi, di 52 anni, e Venera Zakirova, 48 anni, entrambi di nazionalità kirghisa (sul registro degli indagati era finita anche una quinta persona, il vicepresidente della Onlus Orietta Maini, che nel frattempo è morta e di conseguenza la sua posizione è stata stralciata). Secondo l’accusa l’associazione Airone, presente appunto anche a Pisa, avrebbe approfittato della voglia di diventare genitori di almeno 22 coppie italiane che chiedevano l’adozione di bambini del Khirghizistan. Secondo l’ipotesi degli inquirenti, i vertici di “Airone” indirizzavano le coppie italiane verso lo stato asiatico con la promessa che l’iter per l’adozione sarebbe stato facile e veloce rispetto ad altri paesi stranieri. Il giro d’affari messo in piedi ammonterebbe ad alcuni decine di migliaia di euro incassati dalle coppie e mai più restituiti. Anche se i bambini non sono mai arrivati. Il pm Pischetola ha contestato agli indagati nelle ventisette pagine di imputazione anche l’aggravante della “minorata difesa” delle persone offese (avrebbero approfittato del loro forte desiderio di genitorialità) e del reato “transnazionale”. Sempre contro Airone – ma la vicenda per quanto simile non entra in questo procedimenti, in quanto la denuncia è successiva – c’è anche una famiglia di Volterra sta aspettando di capire se anche per il suo caso «decollerà» a livello giudiziario. La coppia della Val di Cecina avrebbe dovuto adottare un bambino in Russia. Aveva già sborsato oltre 10mila euro, ai quali si sarebbero dovute aggiungere le spese per quel viaggio così tanto agognato. Ma il sogno, anche in quel caso, è svanito come una bolla di sapone. Un processo però potrebbe far luce sull’intera vicenda. E anche su quest’ultima.