ILENIA PISTOLESI
Cronaca

AD 1398, il perché di un successo "C’è una famiglia di Vignola che da 18 anni non manca mai"

Bilancio della prima delle due domenica della festa medievale e le tante curiosità "Per gli stranieri è un bella scoperta. Mentre per gli italiani è un evento che fidelizza".

di Ilenia Pistolesi

In città è la Festa con la F maiuscola, il festival iconico che rappresenta una città intera. Volterra AD 1398 veleggia verso la seconda domenica di rievocazione medievale (il 20 agosto) e archivia la prima giornata con una flessione nei numeri, riacciuffata a partire dal pomeriggio con ottime presenze. E ii centro storico e il parco di Castello sono stati presi d’assalto da una marea di visitatori.

"Il caldo afoso sofferto in città domenica scorsa ha frenato i visitatori nella prima parte della giornata - spiega Claudia Bolognesi, alla testa del Consorzio turistico - poi, la grande ripresa. E i numeri della prima giornata sono positivi".

Come funziona la macchina organizzativa della festa?

"E’ un evento che viene curato per un intero anno, fino alle due giornate agostane. E’ un ingranaggio complesso e molto inclusivo. Perché la festa medievale è la festa dei nostri cento volontari, delle contrade, degli sbandieratori e dei balestrieri, delle associazioni cittadine. Ma è soprattutto la festa di Volterra e dei volterrani. Anche chi non vive più qui, torna appositamente per la festa, e tra giullari, dame, giochi di bandiere e allestimenti, ecco che le persone si ritrovano".

Ma AD 1398 è diventata anche una motivazione di viaggio, come il concerto di Bocelli al Teatro del Silenzio.

"Esatto, i turisti, e parliamo di italiani, organizzano le loro ferie per i giorni della festa e in tanti sono fidelizzati".

Un esempio?

"Una famiglia di Vignola, nel modenese, che torna da 18 anni. Praticamente le figlie sono cresciute insieme alla festa e ogni anno arrivano a Volterra per la rievocazione con i loro vestiti medievali mozzafiato. Una famiglia che è diventata anche una sorta di attrazione della kermesse, per gli abiti meravigliosi che indossano. Tutti li fotografano".

E gli stranieri come si calano in questo contesto?

"Parliamo di un turismo meno consapevole di quello italiano, che giunge in città proprio per godersi la festa. E capita spesso che ci dicano di essere arrivati a Volterra nella giornata giusta. Semplicemente, per gli stranieri è uno spasso".

C’è un ricambio generazionale sul fronte dei volontari che organizzano e partecipano alla festa medievale?

"Per quanto riguarda il fronte dei nostri volontari non molto, ma ci sono persone che praticamente sono state svezzate a pane e festa medievale. Ma i giovani partecipano, eccome. Basti pensare ai piccoli sbandieratori, ai ragazzi dell’associazione Basket o a quelli di altre realtà associative. E poi ci sono i figli dei volontari, dei contradaioli: piccoli e piccole che amano indossare i vestiti della rievocazione storica".