Ecco l'ingresso dell'acropoli etrusca

Nuova straordinaria scoperta archeologica a Volterra: la cercavano da anni

Scavi archeologici a Volterra

Scavi archeologici a Volterra

Volterra, 1 aprile 2017 - Proprio qui, in questo ingresso calpestato ogni anno da migliaia e migliaia di turisti, si è celato l’ennesimo tesoro vecchio secoli. Spuntato nuovamente da un cantiere, così come era accaduto quasi due anni fa per l’anfiteatro dove battagliavano i gladiatori. C’è una città sotterranea che sta facendo capolino prepotentemente, scrigni di un passato remoto che sussurra nascosto sotto cumuli e cumuli di terra. Una porta, forse, o comunque l’antichissimo accesso ai misteri dei templi etruschi.

Sì, la «pancia» di Parco Fiumi regala un’altra meraviglia: proprio all’ingresso principale del parco, grazie ai cantieri di archeologia preventiva, sta tornando alla luce quel che potrebbe svelarsi come il varco fra il mondo terreno e quello divino. Lo spartiacque che, con grossa possibilità, delimitava l’entrata al templio. Come dicevamo, i resti murari (databili, con una certezza quasi matematica, all’epoca dei Lucumoni), hanno lasciato a bocca aperta il pool di studiosi, impegnati in un’operazione di archeologia preventiva prima che il gestore idrico Asa procedesse con la posa, dentro a quello spicchio di terra, dei nuovi tubi dell’acquedotto.

Ora gli «Indiana Jones» della cooperativa Ara di Monteriggioni, coordinati dall’archeologa Elena Sorge, stanno scavando a mano per svelare l’intera portata della scoperta. Sicuramente di quelle che lasciano piuttosto di stucco e che testimoniano l’importanza della campagna di scavi, per la quale è già scattata una richiesta di intervento in somma urgenza alle stanze dei bottoni ministeriali.

«Potrebbe trattarsi di una porta, ipoteticamente il varco grazie al quale si accedeva ai templi – spiega Sorge – quel che sta emergendo, è una struttura muraria potentissima con un andamento parallelo al sentiero, anticipata da una sorta di rampa di accesso». Ovvero, dal terreno affiorano pietre che potrebbero catapultarci dentro l’antico selciato battuto ere fa dal popolo di Velathri. Insomma, in pochi metri quadri si stanno concentrando tremila anni di vita, a pochi passi dalle rovine dell’acropoli e ad una manciata di metri dalla monumentale cisterna romana. Gli scavi stanno interessando anche altri punti di parco Fiumi: proprio all’ombra dell’acquedotto moderno, gli archeologi hanno rinvenuto una serie di stratificazioni (la più antica risalirebbe al popolo villanoviano) fra le quali spunterebbero decorazioni ornamentali di questo glorioso passato remoto. Ora resteranno da sciogliere i nodi per i cantieri dell’acquedotto che dovranno passare, a quanto pare, tassativamente da un’altra parte del parco.

«In accordo con la soprintendenza e con l’ufficio tecnico, apriremo un accesso all’ingresso principale per far ammirare il cantiere ai visitatori ed ai turisti – spiega l’assessore Gianni Baruffa – sarà un’opportunità in più per vedere, da vicino, il lavoro degli archeologi e, ne sono certo, sarà una grande attrazione durante il clou della stagione turistica». Il sindaco Marco Buselli aggiunge: «Se dell’accesso all’acropoli si tratta, il parco si arricchirà ulteriormente. Qui, in pochi metri, convivono resti etruschi, romani e medievali. La nostra città non finisce mai di stupirci».