
"Abbiamo perso tanti volontari Non possiamo essere solo dei taxi"
di Ilenia Pistolesi
Nessuno si salva da solo. Ma la pandemia pare destinata a ancorarsi nelle memorie collettive come un condensato di aiuti che, purtroppo, sono proiettati nella voragine dello ‘scontato’. La spesa direttamente a casa, le mascherine lasciate nella cassetta delle lettere. E poi i tamponi, i vaccini. Quelle casacche, le uniche, che nel baratro Covid, hanno sacrificato tutto, che hanno puntellato strade e piazze deserte durante le chiusure forzate per dare una mano e portare concreti aiuti. Un mondo, il volontariato sanitario, che ha dato tutto e che è un costato martoriato di ferite. La pandemia prima, poi il caro benzina (per un’associazione che si muove di ospedale in ospedale il problema diventa un caso economico) e la mancanza di nuove leve capaci di supportare una miriade di servizi, mettono in crisi quel sistema che la Misericordia di Volterra tiene in piedi grazie al sacrificio di pochi. Ne parla il governatore Maurizio Gabellieri (foto).
Come si traduce, a livello locale, la crisi di vocazioni, o meglio, l’emorragia di volontari scatenata dalla pandemia in poi?
"Abbiamo perso per strada almeno più di una dozzina di volontari. Se un volontario, e penso agli over 65, ha interrotto il percorso durante la pandemia, non lo riprende dopo due anni".
La Misericordia è architrave di ogni servizio socio-sanitario in zona. Come si regge il sistema?
"Con sacrifici enormi. Faccio un esempio: se serve un trasferimento interno all’ospedale, ci pensa la Misericordia. Il che vuol dire impiegare un mezzo e volontari, che in teoria devono sorvegliare il paziente, per esempio in radiologia, fino a esame compiuto. Possono volerci delle ore. Quindi lasciamo il volontario col paziente, l’ambulanza torna in sede e cambia barella e un solo mezzo arriva a coprire anche tre servizi. E’ assurdo".
Si spieghi.
"Una sola ambulanza copre più di un servizio: lascia il paziente in reparto con il volontario, torna in sede e riparte per una nuova missione. E così via. Per intenderci, siamo un’associazione di volontariato, non un servizio taxi. Ma se mancano volontari, è sovrumano. Senza dimenticare che facciamo il 118. Nell’arco di una mattina copriamo oltre 40 servizi. Per ogni paziente, serve un soccorritore anche quando lo stesso deve fare una lastra con i tempi per espletare l’esame".
C’è poi la questione dei viaggi verso altri ospedali.
"Spesso il 118 dirotta i pazienti verso Pontedera e Pisa. Ma oltre all’emergenza-urgenza, svolgiamo almeno 4-5 viaggi al dì verso gli ospedali di Pontedera e Pisa. Si capisce quanto siano mancanti autisti e volontari. Alcune Misericordie limitrofe hanno dovuto fare assunzioni a fronte di una mancanza di volontari. Le risorse a disposizione, per essere chiari, si reggono anche sugli orari straordinari dei nostri 7 dipendenti. E, a conti fatti, pur di svolgere il nostro compito, finiamo per rimetterci in termini economici perchè il mondo cambia, ma le Asl no, con i loro prezzi".
Cosa vede nel futuro?
"Il progetto lanciato dalle Misericordie toscane per reclutare nuove leve: sta a noi spingere questa iniziativa".
E per il servizio civile?
"Abbiamo cinque domande. Ma andrebbero attivati tirocini a livello regionale, di cui non può farsi carico l’associazione".