LUIGI CAROPPO
Politica

La Regione Toscana chiama l'Arpat: "Che facciamo?"

Primo obiettivo: valutare verifiche sui terreni inquinati. L’assessora all’Ambiente: "Dobbiamo tutelare la salute pubblica". Centrodestra e Movimento 5 Stelle all'attacco

Monia Monni

Firenze, 19 aprile 2021 - Si muove, a piccoli passi, la Regione Toscana per far luce sulla potenziale bomba ecologica sotterrata. Rifiuti speciali smaltiti illegalmente finiti sotto il manto stradale, sotto cantieri e terreni. Dalla provincia fiorentina a quella pisana a quella lucchese. Un allarme rosso.  L’assessora regionale all’Ambiente della giunta Giani, Monia Monni, ha scritto ufficialmente all’Arpat e si è tenuta in contatto con il direttore dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana Pietro Rubellini. Obiettivo della Regione: valutare la possibilità in tempi brevi di fare alcune verifiche sui terreni. «Dobbiamo approfondire tutte le ipotesi per poter tutelare al meglio la salute pubblica e le matrici ambientali» sottolinea Monni. C’è preoccupazione evidente. Le carte dell’inchiesta parlano chiaro sul potenziale inquinamento. L’Arpat è stata da tempo in prima fila per verifiche, indagini, denunce. Già dal 2017 gli ispettori dell’Arpat, normative alla mano, hanno contestato il mancato rispetto dei protocolli di tutela ambientale ai conciatori di Santa Croce.  

Faccia a faccia Giani-Gori Sul fronte interno, oggi è in programma il confronto tra il presidente della Toscana Eugenio Giani e il Capo di gabinetto Ledo Gori, indagato nell’inchiesta, a cui l’altro giorno sono state azzerate le funzioni da Giani. Gori, come ha scritto dalla Nazione, non ha intenzione di dimettersi «perché ho la coscienza pulita».   

Le opposizioni all'attacco continuo Non solo il centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia), ma anche il Movimento 5 Stelle. Sottolinea il capogruppo Irene Galletti, d’accordo con l’istituzione di una commissione d’inchiesta su tutte le infiltrazioni mafiose: "Quello quello che colpisce è il silenzio di chi dovrebbe dare molte spiegazioni ai toscani, e la grande confusione e imbarazzo che traspare".  Ed evidenzia gli scenari allarmanti per l’ambiente: "Nelle prossime settimane dovremo decidere come muoverci per rimediare al disastro ambientale e anche cosa intendiamo fare con la situazione del porto di Livorno: narcotraffico, rifiuti illeciti e miliardi gli girano intorno". Il M5S di Livorno , sottolinea, "aveva presentato un atto a riguardo, e per tutta risposta il Pd locale ha chiesto di rimandarlo in commissione, uno stratagemma per non mettere troppo in vista temi scomodi. In Regione stiamo lavorando per chiedere conto alla politica di tutto questo e molto altro" Continua Galletti: "Proprio due giorni prima di questo terremoto giudiziario come M5S avevamo sostenuto una mozione per l’istituzione di una commissione sui fenomeni mafiosi in Toscana, e nel mio intervento avevo fatto due precisazioni che avevano curiosamente lasciato indifferente la maggior parte dei nostri colleghi: la  prima, che ridurre il lavoro della ipotetica commissione alle mafie straniere – pallino delle destre xenofobe – sarebbe stato riduttivo e fuorviante, visto che chi pervade profondamente l’Italia sono le mafie “nostrane”. Seconda, visto che FdI risulta essere il partito che “nell’ultimo anno e mezzo ha raggiunto il record negativo di arrestati per ‘ndrangheta” – per citare un post della trasmissione “Report” – avevo ricordato a tutti quanto fosse importante la pulizia dentro i partiti, prima di azzardare posizioni faticose da sostenere". Preoccupata per gli scenari ambientali anche Elisa Montemagni, capogruppo delle Lega: "Esigiamo da Giani una mappatura completa dei siti di stoccaggio dei rifiuti illecitamente smaltiti perché tale problematica, oltre che giudiziaria, coinvolge direttamente sia l'ambiente che la salute dei cittadini. È fondamentale avere, in tempi rapidi, un quadro certo ed esauriente". Il coordinatore toscano di Forza Italia Massimo Mallegni attacca: «La soluzione non è allontanare alcune persone dai vertici regionali, qui il problema è ben più profondo: c’è una cultura del potere ormai incancrenito». E ancora: "Siamo profondamente preoccupati per l'inquinamento, l'eccessiva e negativa interazione tra pubblico e privato, le agevolazioni passate attraverso favori e le leggi fatte attraverso cortesie. Su questo saremo irremovibili e vigili: lo siamo sempre stati e certamente non abbasseremo la guardia. Sappiamo che mancano quattro anni alle prossime elezioni, ma non è detto che le cose possano cambiare prima, è ora però il momento di cambiare strada, di svoltare e di togliere il potere dalle mani di coloro che ce l'hanno dal 1970".

Paolo Marcheschi, ex consigliere regionale di Fratelli d'Italia e vicepresidente dell’assemblea nazionale FdI va giù duro: "Fanno ridere le balbettanti frasi di rito di Giani e del Pd". "Il fatto che si sia scoperto che sotto le strade della Toscana green di Rossi prima e di Giani adesso ci siano sotterrati 8.000 tonnellate di rifiuti velenosi con un giro di affari per gli 'amici' imprenditori di almeno 24 milioni di euro, rende ridicoli i 20.000 euro di spese elettorali dichiarate di Giani e i contributi ricevuti da Rossi. Stavolta non è solo una questione di contributi elettorali dichiarati, ma lo scoperchiamento di un sistema dove la politica e gli amministratori pubblici si sono piegati agli interessi privati". E conclude:  "L’ombra stavolta è troppo pesante. Non basta far rotolare una testa. E’ necessario un commissariamento ed una sospensione di tutti i livelli dirigenziali regionali".