
Monia Monni è praticamente certa di una riconferma in giunta
Firenze, 25 settembre 2025 – I sondaggi promettono talmente bene che il Pd è già alle prese col toto giunta e tanti mal di pancia. Guai a dare per scontata la vittoria di Eugenio Giani su Alessandro Tomasi, ma quel +18 consolidato di questo o quell’istituto concede ai dem quel pizzico di libertà per lucidare il pallottoliere dei nomi e dotarsi di righello. A urne chiuse già si va verso un massiccio rimpasto di giunta rispetto agli 8 titolari del Giani I. Congedati i due Stefano, Ciuoffo (Prato) e Baccelli (Lucca). Stesso trattamento per Serena Spinelli (Firenze), salvo exploit di preferenze nel collegio del Mugello.
Mentre per Alessandra Nardini (Pisa) già è pronto il cambio di maglia, da calciatrice d’area Schlein ad arbitro super partes come presidente del consiglio regionale. Di più viste le forzature non si può. E l’altro pisano Antonio Mazzeo? O un incarico da presidente di una commissione o un mandato ponte da consigliere regionale (sempre che nella città della Torre il Pd commissariato riesca a far scattare due seggi) con la clausola di candidatura a sindaco di Pisa dopo 10 anni di Michele Conti. Improbabile il suo approdo nel Giani bis. Anche perché la giunta non sarà più bicolore (Pd-Italia Viva). Il campo largo presuppone 3 delle 8 fette da spartirsi tra M5s, Avs e la lista Casa Riformista.
Ora il risiko in casa Pd all’insegna del nuovo corso dettato da via Forlanini: 5 assessori, 4 d’area Schlein e 1 d’area riformista. La Piana è blindata col ritorno senza misurarsi con gli elettori e senza deroghe per Monia Monni. Come la Maremma è al sicuro con la riconferma di Leonardo Marras, protetto da Giani, eccetto una postilla. Un riformista per una riformista: un anno di mandato per poi correre nel ‘26 da sindaco di Grosseto, cedendo il passo all’empolese Brenda Barnini.
Qui si apre un valzer di territori e correnti. Pistoia trionferebbe con Bernard Dika appuntato a sottosegretario, Livorno riscatterebbe la Costa con un assessorato conteso dal ritorno di Cristina Grieco (già assessore all’Istruzione nel Rossi II) o il segretario territoriale Alessandro Franchi. Prato al sicuro con Matteo Biffoni? “Neanche per sogno” sussurrano gli schleiniani, pronti a promuovere pezzi di segreteria regionale. Il fido ex assessore pratese Diego Blasi, l’assessore con le deleghe a fisarmonica in Palazzo Vecchio Andrea Giorgio (Firenze). O la senese vice di Fossi Stefania Lio. Da via Forlanini negano ma mai scoprire le carte anzitempo.
L’altro senese, Simone Bezzini, invece è dato “in caduta libera”, nonostante da convincere ci sia lo stesso Giani. Pochi spiragli per Massa, Gianni Lorenzetti nel listino bloccato ha già salvato la capra della rappresentatività del territorio e i cavoli di un gruppo consiliare che è destinato a calare da 22 a 16 unità. Ma vuoi mai che finisca in giunta. I delusi avranno sempre la casella del capogruppo da riempire. Pochi dubbi sulla contiana Irene Galletti (anche questa pisana, con deroga per il terzo mandato). Meno su Avs. Calda la pista per l’ex assessore aretino Francesco Romizi. Quella quota ‘Verdi’ che a Sinistra Italiana fa comodo per limitare a capogruppo le aspirazioni di Lorenzo Falchi. Sì, il sindaco del “no” alla nuova pista di Peretola. Un risultato in doppia cifra consentirebbe agli emissari in loco di Fratoianni e Bonelli, Danti e Zaratti, di avanzare la pretesa della vicepresidenza della giunta.
La lista del presidente infarcita di civici di peso Casa Riformista avrà il suo alfiere in giunta targato Renzi con la lady di ferro Stefania Saccardi, per 5 anni vicepresidente. E infine una outsider. Tra i rumors (molto fiorentini) da segnalare anche la possibile ascesa della capo di gabinetto Cristina Manetti, attuale coordinatrice della Casa Riformista. Veleni o realtà?