LUIGI CAROPPO
Politica

La campagna elettorale, "I toscani scelgono il loro partito. I candidati? Poco votati"

Antonio Floridia, guida dell’Osservatorio della Regione, analizza la tornata. «Nel nostro territorio astensionismo intermittente, molti andranno alle urne»

Elezioni

Firenze, 25 agosto 2022 - Candidati, correte, correte, avete solo un mese di tempo per farvi conoscere ancor di più e portare il verbo del vostro partito col «porta a porta». Ma sappiate che il vostro impegno potrebbe essere vano o quasi. Parola di uno dei massimi esperti in Toscana di dati e analisi sulle tornate elettorali.

Antonio Floridia, responsabile per la Regione Toscana delle Politiche per la partecipazione e dell’Ufficio ed Osservatorio elettorale, che voto sarà? 

«Unico e storico perché sono le prime elezioni dopo il taglio dei posti in Parlamento. La Toscana esprimerà 24 deputati (15 dal proporzionale e 9 dell’uninominale) e 12 senatori (8 dal plurinominale e 4 dall’uninominale). I collegi sono cambiati. Il tempo a disposizione è limitato. Questi sono elementi che rendono questo voto davvero particolare».

Partiamo dai collegi modificati. 

«Difficile fare raffronti con il passato visto che siamo di fronte a collegi trasformati dopo la riforma. Sono molto vasti fino a 400mila abitanti per la Camera e 800mila per il Senato. E ciò comporta dei riflessi su elettori e candidati».

Tipo? 

«Ci sarà meno contatto tra il politico candidato e il cittadino elettore proprio per la vastità dei collegi e il poco tempo a disposizione. Sempre che ai toscani interessi avere un contatto diretto con il candidato visto cosa è successo nelle passate tornate elettorali...».

Ci spieghi. 

«Anche nel 2018 si votava col metodo Rosatellum, la scheda era uguale a quella che troveremo il 25 settembre. Si trova il nome del candidato al maggioritario, i simboli dei partiti e accanto i nomi relativi ai collegi del proporzionale. Ebbene nel 2018 in Toscana solo il 3,6 per cento ha indicato con la croce il nome del candidato dell’uninominale. La stragrande maggioranza ha fatto la croce sul simbolo del partito».

Quindi le campagne dei candidati sono marginali? 

«Non dico così, sono utili per il partito che rappresentano. Loro possono rafforzare o meno una scelta sul partito da votare».

Si parla di voto utile e di voto all’ultimo tuffo. 

«Si parla di un 40 per cento di incerti. Il 15 per cento sceglie nell’ultima settimana, il 5 per cento l’ultimo giorno. C’è molta mobilità di voto. Il 25 per cento è astenuto cronico».

Voto, non voto. Il pericolo astensionismo è forte. In Toscana un po’ meno. 

«Nel 2018 andò a votare il 77 per cento in Toscana». 

Buona percentuale di questi tempi. 

«Certo, secondo me calerà, ma si attesterà intorno al 75 per cento».

L’Osservatorio toscano che dice sull’astensionismo? «Osserviamo andamenti asimmetrici e intermittenti. Molti elettori, di volta in volta, scelgono se andare a votare. Per la posta in gioco e per interesse personale. Sarà così anche stavolta».

Toscana contendibile. E’ davvero così? 

«Sicuramente. Le roccaforti del centrosinistra sono rimaste Firenze, la sua provincia e Livorno. Il centrodestra si è insediato ormai nelle province di Massa e Lucca. Il resto è incertezza».