Era cominciato tutto con un 71-101 rifilato in trasferta all’OraSì Ravenna, a inizio ottobre. Un successo che lasciava ben presagire, certo, ma alzi la mano chi si sarebbe mai immaginato che otto mesi più tardi un’altra trasferta - stavolta a Torino - avrebbe permesso alla Giorgio Tesi Group di Nicola Brienza di scrivere una pagina indelebile nella storia del Pistoia Basket come la promozione nel massimo campionato. Probabilmente neanche il tifoso più ottimista o sognatore. E invece eccoci qua, spettatori di una festa bellissima e inaspettata. Ma quando l’ambiente ha davvero cominciato a credere che un desiderio talmente grande come il ritorno in Serie A a tre anni di distanza dall’autoretrocessione si sarebbe potuto trasformare in una splendida realtà? Se esiste una data precisa, questa potrebbe essere individuata nel 6 giugno, giorno di gara 5 di semifinale playoff contro Cantù e di un’impresa memorabile, con la squadra biancorossa a ribaltare i pronostici e i valori tecnici favorevoli ai brianzoli, trionfando sul campo neutro di Casale Monferrato grazie al talento di Jordon Varnado, alle triple di Gianluca Della Rosa, alla difesa di Matteo Pollone, ma soprattutto alla forza di un gruppo con la ”G” maiuscola. Quell’affermazione ha dato la convinzione a Pistoia che il miracolo era possibile.
Un miracolo costruito nei mesi, se non negli anni. Già, perché il salto di categoria è frutto della programmazione iniziata con l’arrivo in panchina di Nicola Brienza nell’estate del 2021 e continuata con la scelta di confermare per la stagione appena conclusa lo zoccolo duro della squadra dell’anno precedente. La solidità e la coesione creatasi in spogliatoio ha permesso alla Gtg di superare le tante difficoltà occorse lungo il cammino: dalla separazione da Braxton Huggins all’infortunio di Angelo Del Chiaro, passando per alcune sconfitte dolorose, come quella interna con Cento al termine del Girone Rosso oppure il tonfo a Treviglio per 104-65 in chiusura di Girone Giallo. Un ko, quello contro i lombardi, che avrebbe potuto scalfire le sicurezze dei biancorossi, che invece proprio da quel momento sono saliti in cattedra nei playoff. Prima con Piacenza, eliminata con autorità in quattro partite, poi con Cantù, con il finale di cui già abbiamo parlato. La serie con Torino rappresentava la sfida fra outsider, dato che la Reale Mutua era reduce dal passaggio del turno ai danni di Treviglio. Della Rosa e compagni non hanno tremato nonostante la pressione di avere il fattore campo dalla loro parte e hanno oltrepassato gli ultimi ostacoli: non solo la forza degli avversari, ma anche il dolore alla spalla di Lorenzo Saccaggi. Le vittorie di misura in gara 1 e gara 2, in un PalaCarrara tornato dopo anni a far registrare un sold out, hanno dato lo slancio necessario ai biancorossi per presentarsi in terra piemontese con la fiducia di poter coronare il sogno. E così è stato, nonostante il passo falso in gara 3. Nel quarto appuntamento della serie, Pistoia ha completato il capolavoro, regalandosi e regalando alla piazza momenti e ricordi che niente e nessuno potrà cancellare.
Francesco Bocchini