Ciclismo, grande successo per la mostra sui fratelli Maggini

Ieri una serata per ricordare la carriera dei tre fratelli

Il cartello de La Nazione con il quale il giornale seguì il Giro d'Italia del 1950

Il cartello de La Nazione con il quale il giornale seguì il Giro d'Italia del 1950

Quarrata (Pistoia), 5 settembre 2019 - Dopo l’inaugurazione avvenuta domenica scorsa presso il Polo Tecnologico a Quarrata in provincia di Pistoia, si è svolta ieri presso la stessa sede una serata speciale per ricordare la carriera ciclistica dei tre fratelli Maggini, con l’intervento di familiari, parenti e sportivi, che hanno raccontato la carriera ciclistica di Sergio, Luciano e Brunero Maggini.

Una bella iniziativa ed una mostra stupenda allestita dagli Amici Casa di Zela presieduta da Ernesto Franchi, dal titolo “I Maggini. Una famiglia di ciclisti ai tempi di Bartali e Coppi”.

Sergio e Luciano Maggini furono attivi come ciclisti professionisti nel primo decennio del secondo dopoguerra. Numerose le vittorie, dalla Coppa Bernocchi alla Milano Torino, dal Giro del Piemonte, al Gp Industria e Commercio a Prato, ed ancora tappe del Giro d’Italia, tanto per citarne alcune. Brunero, dopo una breve attività agonistica, diventò meccanico e creatore del marchio Maggini in una ciclo-officina frequentata da Bartali, Coppi, Martini e altri atleti.

Originaria di Seano la famiglia Maggini si trasferì a Quarrata, lasciando un ricordo che è ancora vivo nelle due comunità. La mostra, curata dall’Associazione Amici Casa di Zela, in collaborazione con la famiglia Maggini e con il contributo di numerosi collezionisti, si sviluppa intorno alla scenografia della Statale Fiorentina, palcoscenico del ciclismo storico nel Pistoiese.

Salgono sull’asfalto biciclette, ma anche mezzi storici per evocare la carovana pubblicitaria che dal 1933 entra a far parte del Giro d’Italia. Ricostruzioni d’ambiente, dalla ciclofficina al bar dove si ascoltavano le radiocronache del Giro, a foto e giornali d’epoca.

E’ il periodo in cui il ciclismo sportivo conosce l’innovazione del cambio di velocità, un’evoluzione tecnica come nessun altro accessorio della bicicletta da corsa ha mai avuto. Alcune sezioni sono dedicate alla figura del massaggiatore, ai giochi ispirati dal ciclismo e dalla fortuna che ha avuto nella letteratura.

Ma la mostra non tratta solo di vicende agonistiche e tecniche. Ripercorre, nel modo in cui solo il ciclismo riesce a fare, la storia più ampia del paese nel periodo che mette le premesse degli anni del boom economico. E tra i cartelli in mostra quello de “La Nazione” con la quale il nostro giornale seguì il Giro d’Italia del 1950. La mostra resterà aperta fino a domenica prossima 8 settembre.