"Vogliamo rispetto" Mattinata di sciopero per i vigili del fuoco Incontro col prefetto

Il sit-in dopo la fallita conciliazione tra i sindacati e il comandante Tossut. Massiccia la presenza dei lavoratori: non accadeva da oltre vent’anni. "Soddisfatti per il confronto e le rassicurazioni. Pronti a ripartire da zero".

"Vogliamo rispetto"  Mattinata di sciopero  per i vigili del fuoco  Incontro col prefetto

"Vogliamo rispetto" Mattinata di sciopero per i vigili del fuoco Incontro col prefetto

"Vogliamo rispetto". Un messaggio chiaro e netto, quello lanciato davanti ai cancelli della prefettura in occasione dello sciopero del personale del comando dei vigili del fuoco della provincia di Pistoia, presente in maniera massiccia alla manifestazione di dissenso che si è conclusa con un incontro tra i rappresentanti dei lavoratori e il prefetto Licia Donatella Messina. Una decisione forte, quella dello sciopero, promossa in maniera unitaria dalle principali sigle sindacali (Fp Vvf Cgil Pistoia Prato, Fns Cisl Toscana Nord e CoNaPo, che rappresentano la quasi totalità del personale pistoiese) e motivata con il "fallito tentativo di conciliazione" con il comandante provinciale Fabio Tossut a seguito dello stato di agitazione (il terzo negli ultimi due anni, ndr) indetto ad aprile. "Il personale del comando Vigili del fuoco di Pistoia ha scioperato per quattro ore, con il soccorso comunque garantito – spiegano i sindacati in una nota congiunta – in seguito alla mancata conciliazione del 3 maggio scorso. In questo territorio era da oltre vent’anni che le organizzazioni sindacali non ricorrevano a una dichiarazione di sciopero in questo settore – rimarcano –: tale accadimento è stato richiesto a gran voce dal personale operativo che ha risposto con una adesione superiore all’80% di questi lavoratori.

In contemporanea coloro che non si trovavano in servizio si sono dati appuntamento davanti alla prefettura per un sit-in che ha contato oltre 80 persone provenienti da tutte le sedi della provincia". Tanti volti sorridenti ma decisi, tante bandiere a sventolare sotto il sole cocente. E, appunto, due parole a riassumere il senso della battaglia dei pompieri: "vogliamo rispetto".

Il prefetto di Pistoia, insieme al funzionario Antonino Trimboli, ha quindi ricevuto una delegazione delle organizzazioni sindacali: erano presenti, in particolare, Massimo Ciuti, Giancarlo Gori e Matteo Tofani (Fp Cgil Pistoia), Luigi Del Moro e Marco Della Felice (Fns Cisl Toscana Nord), Giuseppe Marini e Carlo Riparbelli (CoNaPo). I sindacati, come spiegato nella nota, "hanno rappresentato le problematiche che hanno portato allo sciopero, illustrando i punti di scontro con l’attuale dirigente e la totale mancanza di apertura dello stesso su nessuno degli argomenti contestati, atteggiamento che non è cambiato nemmeno nel periodo che è intercorso tra la mancata conciliazione al giorno dello sciopero. il Prefetto ha informato le organizzazioni sindacali che sarà sua premura riportare l’attuale situazione al capo dipartimento – concludono – oltre ad informare il comandante stesso di quanto rappresentato".

"Siamo soddisfatti delle rassicurazioni del prefetto – commenta, a margine dell’incontro, Della Felice –. Ovviamente la partita non si chiude qui, perché le cose da approfondire sono parecchie. Abbiamo espresso anche una serie di perplessità di natura giuridico-procedurale, non soltanto sindacale: vedremo se questa rappresentazione delle nostre rivendicazioni sortirà qualche effetto. Ci siamo resi disponibili ad azzerare quanto successo fino a oggi e ripartire – apre – e credo che la nostra disponibilità sia un buon punto per ristabilire le corrette relazioni sindacali e tornare ad avere una vita lavorativa serena". Del resto il livello di tensione che si è venuto a creare è notevole: "Abbiamo lavorato tanto per cercare di riportare la questione in un ambito di ragionevolezza, ma quello che ci lascia perplessi è che per la prima volta in tren’anni un dirigente abbia affrontato ben tre tentativi di conciliazione ravvicinati su questioni meramente organizzative. Arrivare a scioperare, con queste presenze, per aspetti ordinari relativi all’organizzazione del lavoro – conclude Della Felice – è il segno inequivocabile di un malcontento diffuso".

Alessandro Benigni