Vivaio Bruschi, ecco un nuovo stop all’asta

Un altro colpo di scena dopo l’alt al fallimento da parte della Corte di Cassazione: la sentenza ha bloccato tutto a data da destinarsi

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Sono giorni di colpi di scena ravvicinati per la vicenda del fallimento dell’azienda "Vivaio Sandro Bruschi" che fu dichiarata tale nell’ottobre 2018 dalla Corte d’Appello di Firenze. Mercoledì scorso la pronuncia della Corte di Cassazione ha stoppato la sentenza del tribunale fiorentino, dopo oltre quattro anni, e che adesso potrebbe stravolgere anche il processo penale per bancarotta fraudolenta. Ieri alle ore 12, infatti, doveva essere il termine ultimo per il deposito delle domande per poter partecipare all’asta dei beni aziendali coinvolti nel fallimento, ma proprio la sentenza della scorsa settimana ha bloccato tutto. I legali di Bruschi, nella fattispecie Marco Baldassarri e Pierpaolo Ciccarelli del Foro di Pistoia, hanno immediatamente inoltrato istanza di sospensione della vendita, secondo quanto stabilito dalla legge, per il sopraggiungimento della novità giudiziaria da Roma.

Alla stessa stregua, dopo il deposito, è arrivato l’ok del giudice delegato che ha accolto la sospensiva con apposito provvedimento, tanto che nelle ultime ore di possibile deposito delle buste sul sito ufficiale delle aste giudiziarie, compariva il messaggio di "alert" che tutto quanto era stato interrotto. Pertanto questa mattina i curatori fallimentari Olimpia Banci e Nino Maffia, che seguono la vicenda fin dal 2018, non riceveranno nessuno nei propri studi e non dovranno aprire alcun tipo di busta con le offerte, in attesa di un nuovo pronunciamento dello stesso giudice.

Un nuovo colpo di scena, quindi, all’interno di una vicenda che ha segnato gli ultimi anni del mondo del vivaismo pistoiese e che lascia ancora in sospeso questa strada che prevedeva una base d’asta di cinque milioni e 800mila euro dopo la precedente sospensione di un anno fa. Allora la trattativa partiva, invece, da cinque milioni e 600mila euro quando per la prima volta furono inserite nella stessa asta sia la parte pistoiese della vicenda, che riguarda le proprietà sul territorio comunale (con, in cima, anche la parte ricettiva dell’agriturismo "Casale dell’Orso"), unitamente a Serravalle Pistoiese e Quarrata con, in aggiunta, gli appezzamenti a Migliarino, in provincia di Pisa. Dodici mesi or sono l’asta fu fermata per alcune documentazioni che risultarono essere incomplete quando, però, si sapeva che almeno un’offerta era stata depositata mentre in questo frangente, al momento, niente è filtrato a riguardo.

Adesso dovrà essere il giudice a indicare la nuova strada da intraprendere anche se tutto potrebbe rimanere fermo fino al nuovo pronunciamento da parte della Corte d’Appello che, secondo le previsioni più ottimistiche, non dovrebbe arrivare prima di un anno. E questo quadro modificato potrebbe ripercuotersi anche sul procedimento penale che vede lo stesso Bruschi, assieme al legale rappresentante della Giorgio Tesi Group, Fabrizio Tesi, e i professionisti Marco Cappellini e Lorenzo Marchionni, imputati per bancarotta fraudolenta per l’affitto di ramo d’azienda che avvenne nel novembre 2016.

S.M.