
Serena Bargiacchi di Whext e Emanuele Bartolini del tour operator SiVola
Pistoia, 4 aprile 2021 - Cieli strisciati di verde, paesaggi imbiancati, esperienze irripetibili su slitte condotte dagli husky: passare in rassegna le loro cartoline dalla Lapponia in questo tempo ingessato che ci costringe a casa assomiglia a riassaporare quella libertà che tanto ci manca. Viaggiare e fare turismo in un tempo così particolare si può, come racconta Serena Bargiacchi di Whext - il blog di viaggio made in Pistoia da lei gestito assieme a Francesco Mitresi – che in appoggio a Emanuele Bartolini cofounder del tour operator SiVola è appena tornata dalla Svezia alla testa di un gruppo di 54 persone spalmate in tre diverse settimane, pronti a ripartire in maggio destinazione Lanzarote, Canarie, Spagna. Bussola che orienta l’organizzazione del viaggio è la Farnesina che in costante aggiornamento snocciola indicazioni, allegati e informazioni ai turisti e scioglie ogni dubbio: lo spostamento verso l'aeroporto è necessità, anche in tempi di zone rosse. La prima conferma arriva dallo stesso dpcm che stabilisce nero su bianco che per raggiungere un qualsiasi scalo extra regione è sufficiente nient’altro che un’autocertificazione.
“L’elenco dei Paesi europei che si possono raggiungere - spiega Serena - è in costante aggiornamento, al momento in cui abbiamo viaggiato noi, cioè fine febbraio, erano Svezia e Spagna”. L’indicazione utile per non perdere la testa è in primis affidarsi a una buona assicurazione e poi affidarsi a chi del viaggiare fa un lavoro: il rischio reale (o meglio, la quasi certezza) è che i voli vengano cancellati in continuazione, scombinando i programmi a cascata. “Per muoverci abbiamo sempre e solo fatto affidamento sulle indicazioni della Farnesina – continua Serena -. Quelle volte in cui abbiamo provato a chiedere a prefetture o questure nessuno ha saputo fornirci informazioni. Il caos nasce già quando si parla di raggiungere un aeroporto: in pochi sanno che lo spistamento rientra in ció che si definisce necessario”.
Altro capitolo è quello dei tamponi: “Per entrare in Svezia ce ne veniva richiesto uno molecolare o antigenico non oltre le 48 ore prima di toccare suolo svedese, per la Spagna uno non oltre le 72 ore. Stesso discorso per la partenza, è necessario trovare una clinica privata nel Paese ospitante e prescrivere un tampone che proponga referto anche in lingua inglese. Al rientro in Italia ti aspettano fogli su fogli da compilare e firmare, più una sorta di autodenuncia da effettuare sul sito dell’Asl. I controlli in Italia? Nei tre viaggi nessuno, ma sappiamo l’importanza del tracciamento e non intendiamo sottrarci”. Logico che l’idea di viaggio si modifichi in base al tempo presente, le esperienze si spostano in luoghi più isolati, i turisti sanno di dover tenere una condotta responsabile più che in tempi pre-Covid, ma se tutti questi parametri sono osservati non c’è ragione di aver paura. Anzi, viaggiare così è quanto di più sicuro si possa fare.
“Il tour operator al quale ci appoggiamo ha condotto in viaggio ben 250 ragazzi in questo periodo – continua Bargiacchi –. Mai nessuno è risultato positivo al Covid nella fase pre, durante e post viaggio. È ovvio che il rischio zero non c’è, ma esiste forse quando andiamo a lavorare o a fare la spesa?”. Intanto in questi giorni è entrata in vigore una nuova ordinanza firmata dal ministro Speranza che impone non solo il tampone ma anche una quarantena al rientro in Italia di cinque giorni: “Questa ennesima novità non fa che confermare il terribile accanimento che c’è nei confronti del turismo, uno dei settori assieme a quello della cultura e dell’intrattenimento più penalizzati dalla pandemia. Le polemiche sul viaggiare all’estero? Non le comprendo, così come non comprendo quella logica secondo cui se uno non può lavorare allora anche gli altri si debbano fermare”.
linda meoni