Via tra le polemiche: Lunardi rischia subito

Lega e FdI vogliono entrare in giunta in base ad un accordo siglato prima del voto. Il sindaco per la vecchia squadra: "Pronto a lasciare"

Migration

Nervi tesi tra il neo-eletto sindaco Piero Lunardi e i consiglieri di maggioranza. Il pomo della discordia è la prossima giunta, che Lunardi presenterà ufficialmente tra il 25 e il 29 giugno, giorno in cui è fissato il primo consiglio comunale. Lunardi ha dichiarato di voler riproporre la giunta uscente, composta da cinque assessori che si sono ricandidati anche alle ultime elezioni: Roberto Bardelli (149 preferenze), Ilaria Gargini (243), Benedetta Vettori (253), Maurizio Giuseppe Bruschi (261) e il vicesindaco Federico Gorbi, entrato di diritto in consiglio con 486 preferenze quest’anno e vicesindaco già annunciato. Conti alla mano, quattro consiglieri espressione di Fratelli d’Italia e Lega rimarrebbero fuori. Secondo un accordo siglato col sindaco prima delle elezioni, però, la nuova giunta avrebbe dovuto dare maggiore spazio ai due partiti che nella prima erano rimasti fuori, ovvero proprio FdI e Lega.

"Posso confermare che l’accordo c’era e non era niente di segreto – sottolinea Alessio Gargini, già consigliere comunale 10 anni fa e rieletto quest’anno con la Lega a quota 127 preferenze –, l’intento era di tenere unita la squadra civica e politica. Adesso la palla ce l’ha il sindaco, dipende da lui se vuole rispettare l’accordo o meno. Lega e Fratelli d’Italia stanno lavorando per trovare una quadra che soddisfi tutti". Il rischio è che, in caso di rottura definitiva, lo stesso Gargini della Lega e i tre eletti in quota Fratelli d’Italia (Elisa Lotti con 151 preferenze, Stefano Agostini e Patrizia La Pietra con 89 e 50) possano non votare la fiducia, andare all’opposizione e far cadere il sindaco Lunardi prima ancora di cominciare il mandato bis. Lo stesso Lunardi non minimizza affatto: "Sono sul piede di guerra – sottolinea –, ma se voteranno la sfiducia se ne prenderanno la responsabilità. Il mio desiderio è quello di riconfermare i miei assessori, che hanno fatto il pieno di preferenze. Non intendo piegarmi ai partiti: i ‘civici’ nelle liste hanno preso 1600 voti, quelli dei partiti meno della metà. Io voglio ascoltare il volere dei cittadini e non ho problemi ad andare a casa in caso di sfiducia: per me, prima di tutto, conta la coerenza".

E sull’accordo aggiunge: "C’è, ma bisogna tenere conto comunque delle preferenze dei cittadini, che hanno premiato molto di più certe persone rispetto ad altre. Per me conta più quello che la volontà dei partiti". C’è comunque tempo per trovare un equilibrio: "L’obiettivo di tutti – conclude – è trovare un accordo, tempi e modo ci sono. La prossima settimana ci troveremo e ne parleremo insieme a tutti i consiglieri. Senza accordo, andrò politicamente a casa".

Francesco Storai