
Per portare a termine la ricerca sono state ripercorse le strade più antiche del territorio di due secoli fa tra Montale e Agliana
Uno stradario di Montale e Agliana del 1826 che costituisce una fotografia del territorio di due secoli fa verrà presentato oggi, venerdì 16 maggio, alle ore 17,30, alla villa Smilea di Montale, grazie a un volume curato da Andrea Bolognesi e Silvia Panichi. Si tratta di una pubblicazione preziosa, frutto di una ricerca condotta dai curatori nell’archivio storico di Montale. La ricerca e la pubblicazione si deve all’iniziativa dell’Auser sostenuta dalla Fondazione Caript e con la collaborazione del Comune di Montale.
"Leggere un territorio è il primo passo per comprenderlo – scrive nella sua prefazione Alberto Agresti – e uno stradario è lo strumento per attraversarlo. Se poi è antico, ci permette di fare un viaggio oltre che nello spazio anche nel tempo, ripercorrendo quelle vie che in parte ancora sopravvivono, forse un po’ più anonime, restituendo così un nome o un’identità alle case e alle borgate, oggi riassorbite nel nuovo tessuto urbano".
La ricerca che sarà presentata questo pomeriggio nasce dalla scoperta nell’archivio storico del Comune di Montale, che all’epoca comprendeva anche il territorio attualmente appartenente al Comune di Agliana, di una filza contenente un insieme di documenti intitolato "Campione di strade della comunità del Montale" e datato 1826.
Lo stradario è il risultato di una indagine su fiumi, strade ed edifici promossa dal Granducato di Toscana ed eseguita da un pool di ingegneri anche nel Comune di Montale. Risale a quella indagine anche la classificazione delle strade in regie, provinciali, comunitative e vicinali.
Lo stradario elenca quarantatre strade a "Mantenimento Regio e Comunitativo" che costituivano la viabilità principale, la cui conservazione spettava alla Comunità del Montale (comprendente allora anche Agliana) e ottantadue strade vicinali "non a Mantenimento Comunitativo" la cui manutenzione ricadeva sui "frontisti possessori", ossia privati cittadini e lavoratori presso i numerosi poderi locali.
Il documento non comprende soltanto la rete viaria, ma anche quella dei torrenti e dei fiumi comprese opere come argini, serre e ponti e indica anche i provvedimenti da prendere per evitare i danni causati da piene e alluvioni. Sono indicati anche gli edifici pubblici come il palazzo pretorio, la scuola e gli spazi pubblici come le piazze.
Giacomo Bini