Uccise il padre nel bosco. Il processo sarà davanti alla Corte d’Assise

Nove coltellate inferte e poi la benzina per bruciare il corpo dell’uomo. Il perito del giudice ha stabilito la "pericolosità sociale" del giovane. .

E’ stato rinviato a giudizio davanti alla Corte d’Assise il giovane accusato di aver ucciso il padre a coltellate e aver tentato di distruggere il corpo cospargendolo di benzina e dandogli fuoco. La prima udienza è fissata per il 6 febbraio 2024 in aula bunker, a Firenze. Il rinvio a giudizio di Simone Matteoni, 30 anni, di Buggiano, è stato l’esito dell’udienza preliminare che si è conclusa ieri davanti al giudice Luca Gaspari, pubblico ministero Claudio Curreli che ha diretto le indagini dei carabinieri su questa tragedia. Un esito scontato poichè per l’omicidio volontario la legge non prevede più l’accesso al rito abbreviato. Il professor Massimo Marchi, psichiatra fiorentino, nominato dal giudice Gaspari nell’udienza del 5 ottobre scorso, ha concluso rispondendo per l’attualità della pericolosità sociale del giovane rispetto al delitto dell’11 dicembre 2022. Una condizione che richiede quindi la prosecuzione della permanenza di Matteoni nella Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Empoli ancora per un anno e da rivalutare. Quanto alla capacità di intendere e di volere dell’imputato, sia il consulente del pm, il professor Rolando Paterniti di Firenze, che il consulente della difesa avevano già concluso per una incapacità totale. Un aspetto questo che sarà riaffrontato dalla Corte d’Assise che potrà decidere una nuova perizia sul giovane al quale era stato diagnosticato un disturbo schizofrenico dal 2019. E’ accusato di omicidio premeditato, aggravato dal vincolo di parentela, occultamento e tentata distruzione del cadavere del padre. E’ difeso dall’avvocato Manuela Motta del foro di Pistoia. La sera dell’11 dicembre di un anno fa, Simone Matteoni aveva dato appuntamento al padre Massimiliano, che aveva 54 anni, abitava a Spianate di Altopascio ed era un meccanico molto conosciuto, in un parcheggio di Chiesina Uzzanese.

Il giovane, secondo l’accusa, avrebbe pianificato nei dettagli l’omicidio del padre. Nel parcheggio si era presentato con la propria auto e una tanica di benzina, armato di un coltello da cucina. Una volta raggiunto dal padre sarebbe salito subito a bordo della monovolume di Massimiliano e gli avrebbe sferrato una prima coltellata all’addome. Il figlio sarebbe quindi riuscito a trascinarlo sulla propria auto, della quale aveva già abbassato i sedili posteriori, e si sarebbe diretto verso il bosco di Colle, a Campione. Altre coltellate furono inferte, poi Simone Matteoni avrebbe fatto rotolare il corpo del padre nella scarpata e lo avrebbe cosparso di benzina per poi dargli fuoco credendolo morto. Invece l’uomo respirava ancora, come emerse dall’autopsia. Il giovane tornò a casa nascose gli abiti insanguinati in soffitta e si lavò. Poi raccontò tutto alla madre e al fratello minore che chiamarono i carabinieri. Parti civili in questo processo sono gli altri figli di Massimiliano con gli avvocati Fausto Malucchi e Lorenzo Santini di Pistoia e la compagna della vittima e i figli di lei, con l’avvocato Alessio Spadoni di Pisa.

l.a.