La tragedia di Pescia: "Me lo sono visto arrivare contro in velocità"

Il racconto-choc agli inquirenti: prima i fari, poi l’impatto violentissimo tra l’utilitaria e il Suv. La famiglia lucchese viva per miracolo

Dopo lo scontro i feriti sono stati trasportati all’ospedale San Jacopo di Pistoia

Dopo lo scontro i feriti sono stati trasportati all’ospedale San Jacopo di Pistoia

Pescia (Pistoia), 6 luglio 2022 - "M’è venuto addosso! M’è venuto addosso..." Quando i soccorsi sono arrivati sul posto, hanno trovato l’uomo alla guida del suv Nissan Qashqai miracolosamente illeso, ma in un comprensibile stato di choc. La famiglia lucchese composta da padre, madre e figlia minorenne travolta dalla Fiat Punto guidata da Alessandro Chiavacci, di 26 anni, è ancora scossa da quanto accaduto lunedì notte sulla via Romana. L’uomo, di 49 anni, è in buone condizioni di salute ed è stato già dimesso dall’ospedale di Pistoia dove era stato ricoverato per accertamenti con il resto della famiglia. La moglie coetanea, invece, ieri era ancora ricoverata al San Jacopo in condizioni tutto sommato stabili mentre la loro figlia quattordicenne avrebbe riportato una frattura a un braccio, ma fortunatamente niente di particolarmente grave, al di là della tanta paura provata in quell’improvviso e inatteso momento.

Quella di lunedì per loro doveva essere una serata estiva come tante, da trascorrere mangiando un gelato al fresco prima di rientrare a casa, visto che i tre membri della famiglia investita mentre viaggiava sulla propria corsia di marcia, sono residenti nella provincia di Lucca. Ancora in condizioni piuttosto gravi invece è la madre di Alessandro Chiavacci, la giovane “vittima e carnefice“ nella folle tragedia di lunedì notte. La donna è ancora ricoverata benché cosciente con numerosi traumi su tutto il corpo all’ospedale San Jacopo di Pistoia. La madre, che ha 63 anni e lavora in una nota azienda vivaistica di Pescia, è distrutta. La famiglia è conosciuta nella zona, secondo quanto riportato da alcuni residenti, anche per una delicata situazione di disagio dovuto ai trascorsi psichiatrici del figlio e per l’inizio di una malattia neurodegenerativa del padre, Paolo, 67 anni, che lavorava in una vetreria, morto sul colpo anch’egli nell’incidente.

Secondo quanto emerso dai conoscenti e dai vicini, i membri della famiglia Chiavacci spesso erano ricorsi al 118 per liti interne, solitamente scatenate dal figlio Alessandro, descritto come un uomo dalla costituzione robusta e dal temperamento irruento, fino a essere sottoposto diverse volte a trattamenti sanitari obbligatori, autorizzati dall’ex sindaco, nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Pescia. Una storia di fragilità umane finita nel peggiore dei modi, coinvolgendo anche chi, come la famiglia lucchese, non aveva niente a che fare con loro.