GABRIELE ACERBONI
Cronaca

Toscana Pride Party. Montuliveto in festa. Oltre duemila presenze tra musica e inclusione

Un evento di libertà, un moto di protesta, rivendicazione e informazione. E fino all’ultimo, polemiche incrociate intorno al nodo-patrocinio.

Un evento di libertà, un moto di protesta, rivendicazione e informazione. E fino all’ultimo, polemiche incrociate intorno al nodo-patrocinio.

Un evento di libertà, un moto di protesta, rivendicazione e informazione. E fino all’ultimo, polemiche incrociate intorno al nodo-patrocinio.

Abbattiamo muri, tessiamo futuri. È stato lo slogan del manifesto del Toscana Pride, che dopo aver animato nel pomeriggio di ieri le vie di Prato con la sua parata, è arrivato a Pistoia per la festa serale al Parco di Montuliveto. Un party rumoroso e colorato che ha visto la presenza di più di duemila persone, con decine di artisti hanno condiviso il palco con altrettante associazioni in attesa dell’arrivo della guest star della nottata, BigMama. Certo una festa in e di libertà, ma anche un moto di protesta, rivendicazione di diritti e di informazione.

Tant’è che da giorni infuriano le polemiche, specie sul patrocinio (concesso, ma senza compartecipazione economica) del Comune di Pistoia. "Questo a non è un semplice concerto come questa amministrazione ha voluto spacciare – sottolinea Guido Del Fante, presidente Arcigay L’Asterisco –. Questa è una festa ufficiale dove hanno parlato tante associazioni. Quindi facciamo anche protesta, facciamo politica si, per ribadire i diritti. Ovviamente in linea con quello che è il Pride, nonostante questo mondo ci voglia distruggere, levandoci i pochi diritti che abbiamo, noi continuiamo a fare feste in libertà in un atto di protesta. Al parco di Montuliveto abbiamo trovato in questi anni una realtà che ci ha colto ed abbiamo fatto un sacco di iniziative".

E anche l’associazione Amici di Montuliveto, che ha in gestione il parco, ha fatto sentire la propria voce: "Difendere il Toscana Pride significa difendere la libertà, la cultura e la città – scrivono –. Con amarezza denunciamo la decisione dell’amministrazione di non aver mai risposto alle richieste, inoltrate già ad aprile. Ci hanno ignorato fino all’ultimo, quando ci è stata data solo un’opzione per poter fare questa festa: pagare dodicimila euro di suolo pubblico. Ma soprattutto nessuno si è assunto la responsabilità politica di questa decisione. Ma non ci fermiamo e continueremo a costruire una città in cui ogni voce possa essere ascoltata".

Dalla parte opposta della storia, si registra una spaccatura sul fronte del centrodestra: il direttivo regionale della Lega, infatti, ha criticato la scelta della giunta Tomasi, Fratelli d’Italia. "No al patrocinio istituzionale ai Gay Pride: eventi politicizzati e lontani dai nostri valori sulla famiglia – tuonano dal Carroccio –. Ferma restando la libertà di manifestare e di esprimere le proprie opinioni è inaccettabile che le istituzioni avvallino manifestazioni in cui si promuovano concetti come la genitorialità trans o l’introduzione delle teorie gender nelle scuole. Ognuno è libero di amare chi vuole ma i Comuni non devono organizzare né patrocinare eventi di questo tipo, spesso trasformati in palcoscenici politici al servizio della sinistra".

Gabriele Acerboni