REDAZIONE PISTOIA

Spacciavano droga anche vicino alla chiesa La retata all’alba con perquisizioni e arresti

Dispiegamento di forze eccezionale a Quarrata con elicottero e cani cinofili. Sgominata la rete con "tentacoli" ben oltre il capoluogo

di Francesco Storai

Sono stati circa centoventi i carabinieri di Pistoia che all’alba di ieri hanno portato a termine l’operazione “Thunderstorm“ fino all’esecuzione di 20 ordinanze di custodia cautelare (5 in carcere, 9 agli arresti domiciliari e 6 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria) di persone ritenute responsabili a vario titolo di spaccio di hashish, marijuana e cocaina tra Quarrata, Pistoia e Prato. In manette sono finiti italiani, marocchini e un cittadino albanese: il gruppo non costituiva una banda organizzata, bensì una rete di diversi spacciatori che si aiutavano in caso di bisogno, spalleggiandosi e scambiandosi non solo favori e clienti ma anche droga se qualcuno ne fosse rimasto sprovvisto. L’indagine dei carabinieri è partita da Quarrata con l’arresto in piazza Moro, a dicembre 2019, di uno spacciatore notato dai residenti. Quello che sembrava uno dei tanti era in realtà, secondo gli investigatori, solo un anello di una catena.

"È stata una lunga indagine iniziata un anno e mezzo fa – sottolinea il comandante provinciale dei carabinieri di Pistoia, il colonnello Gianni Fedeli –, periodo durante il quale abbiamo pedinato e intercettato telefonicamente i componenti di questa attività criminale. Nei mesi i carabinieri hanno ascoltato circa 20mila intercettazione telefoniche che appuravano una fiorente attività soprattutto nell’area di Quarrata. Le stesse indagini ci hanno aiutato a capire che, nonostante il Covid e il lockdown, l’attività criminale fosse comunque andata avanti, senza avere mai una vera interruzione".

Proprio Quarrata all’alba di ieri è stato il fulcro dell’operazione, con oltre cento militari impegnati nell’esecuzione delle venti ordinanze di custodia cautelare, nelle perquisizioni e nei controlli nei confronti degli spacciatori. Vista la complessità dell’operazione e il rischio di fughe, i carabinieri hanno impiegato anche un elicottero del Quarto nucleo elicotteri di Pisa e cani cinofili del comando di Firenze. "Un numero di uomini e mezzi rapportato alla delicatezza dell’operazione – precisa il colonnello Fedeli – e alla sicurezza necessaria anche nei confronti del nostro personale impegnato negli arresti". La vendita al dettaglio della droga avveniva soprattutto per mano dei cittadini italiani che venivano contattati dai clienti attraverso un linguaggio criptico ma anche sospetto. Gli acquirenti, infatti, chiamavano gli spacciatori chiedendo di comprare "una gallina", oppure "un caffè" e ancora "una marmitta". Terminologie anomale che non sono passate inosservate agli uomini dell’Arma.

Gli appuntamenti venivano poi fissati nel giro di pochi minuti e quasi sempre negli stessi luoghi: nei giardini pubblici tra la via Trieste e piazza Moro, a pochi passi da un bar, addirittura vicino alla chiesa di Santa Maria Assunta, non lontano dal campo da basket tra il parcheggio di piazza Berlinguer e la pista ciclabile che costeggia il torrente Fermulla. Altri luoghi classici di spaccio erano la piazzetta nota come Il Gatto, sul retro di una tabaccheria in via Corrado da Montemagno e nei giardini pubblici di via San Lorenzo, accanto alle scuole medie. Se gli italiani avevano in mano le piazze dello spaccio, al livello superiore c’erano i marocchini che avevano il compito di fornire agli spacciatori hashish, marijuana e, in alcune occasioni, anche cocaina.

Nelle abitazioni degli arrestati sono stati sequestrati 15mila euro in contanti, 12mila dosi di hashish, 6mila di marijuana e 500 di cocaina, per un valore complessivo ricavabile dalla vendita al dettaglio di circa 180mila euro. A margine dell’arresto dei venti spacciatori della rete, finiti in parte agli arresti domiciliari e in parte in carcere per le posizioni più di rilievo, i carabinieri hanno anche fermato un cittadino albanese 32enne domiciliato a Campi Bisenzio che è stato trovato con circa mezzo etto di cocaina e un etto di hashish, e un cittadino marocchino 28enne, irregolare sul territorio nazionale e domiciliato a Prato, che aveva con sé quasi mezzo chilo di cocaina.