REDAZIONE PISTOIA

Sopravvissuto all’eccidio. La storia di Quinto in un libro: "La rinascita dopo la guerra"

Il racconto di una comunità, quella di Monsummano, che viveva di legami importanti. La testimonianza: "Ho ricostruito ottanta anni di vita". E continua la battaglia per i risarcimenti.

Sopravvissuto all’eccidio. La storia di Quinto in un libro: "La rinascita dopo la guerra"

"Mi chiamo Quinto Malucchi e sono nato il 6 luglio del 1937 a Cintolese, una frazione di Monsummano Terme, in provincia di Pistoia. Come si capisce dal mio nome, sono il figlio numero cinque di una famiglia numerosa". Comincia così il libro che Quinto Malucchi, la cui prefazione è stata curata dall’ex sindaco Rinaldo Vanni, ha voluto lasciare alla memoria di Monsummano. Felice e soddisfatto del minuzioso lavoro di ricostruzione degli ultimi 80 anni di storia locale che si intrecciano con quella mondiale tra le pieghe di un ritratto di famiglia e di comunità, Quinto ha voluto distribuire il suo libro da solo, a coloro a cui teneva di più, prima della presentazione ufficiale.

"Te lo volevo dare di persona – ha detto il sopravvissuto all’eccidio del Padule di Fucecchio del 23 agosto 1944 – lo hanno già preso 250 persone, qui c’è la storia di mio padre, ucciso dai nazisti, ma c’è anche la storia di tante persone di Monsummano". Ed è proprio così, perché quando Quinto vide crivellare suo padre dentro la fossa dei maiali aveva solo poco più di 7 anni e "è stato il dolore più grande che abbia mai avuto" spiega.

Ma Quinto non è persona che si perde d’animo e, mentre ancora combatte insieme ai pochi altri sopravvissuti per i risarcimenti mai giunti per le perdite di quella strage, racconta anche delle gioie della vita: di come si viveva, si mangiava, si era amici nel dopoguerra, di quando incontrò Vittoria nella sala da ballo, del primo lavoro, dei suoi figli e di uno spaccato di una comunità che sta ormai sparendo e in cui Quinto rappresenta uno degli ultimi monsummanesi nativi.

Arianna Fisicaro