Un consumo eccessivo di suolo soprattutto fra gli anni Ottanta e Novanta che, adesso, si fa risentire quando ci si trova a dover fare la conta dei danni per alluvioni o eventi catastrofici come quello che ha colpito la nostra provincia nella notte del 2 novembre scorso con le esondazioni di Fermulla, Agna e Stella tanto per citare le più importanti. A dirlo è l’ultimo rapporto Ispra, pubblicato qualche settimana fa, che prende in esame i dati aggiornati al 31 dicembre scorso, analizzando quello che è il consumo effettivo di suolo nei vari comuni toscani, la crescita rispetto all’anno precedente ed uno storico che prende in esame gli ultimi 16 anni, fino al 2006. Prima dei numeri, bisogna fare una premessa fondamentale: la provincia di Pistoia, almeno ad est del Serravalle (quindi Valdinievole esclusa) si trova nella zona con la pericolosità idraulica più alta della Toscana e si può dire che gli effetti di questo primato si sono visti in tutta la sua veemenza. Alla fine dello scorso anno il suolo consumato in provincia era di 9.877 ettari che corrisponde al 10.24% complessivo. Tanto o poco? La media in Toscana è del 6,17% che cresce al 7,14% per il dato nazionale e, a questo, si aggiunge la seconda provincia in regione dietro solo a Prato (14,28%) e davanti a Livorno (10,06%) mentre Firenze ha "solo" il 7,34%. Può bastare questo per capire meglio cosa sia successo in questi giorni? Ma andiamo oltre, perché complice una zona montuosa e collinare piuttosto estesa fra Appennino e Montalbano, il consumo diventa di 341 metri quadrati pro capite in provincia. In sostanza è come se ognuno di noi si fosse preso un bel rustico in campagna, su due piani, cementificando uno spazio che un tempo era dedito a coltivazioni.
Numeri diversi, invece, sul corto periodo: fra 2021 e 2022, per esempio, si scopre che il cemento si è mangiato soltanto cinque ettari, dato più basso in Toscana: nulla in confronto a Firenze che ne ha cancellati 45 in dodici mesi. Questo apre ad un’altra riflessione: la provincia è in controtendenza e sta cercando di porre fine all’urbanizzazione o, semplicemente, non c’è più posto per costruire? Infine, l’analisi sui comuni. A livello di capoluoghi, Pistoia vede consumati 2.616 ettari di territorio, essendo all’ottavo posto solo davanti a Massa e Siena con una incidenza dell’11,06%: nel 2022 è stato consumato "soltanto" un ettaro. Ampliando il discorso a tutto il resto della provincia, Pistoia in Toscana è ottava, sopravanzata al quinto posto da Agliana che ha il 32,56% di territorio consumato: sedici anni fa era al 32,24%, questo significa che affondano davvero sui maxi-sviluppi e urbanizzazioni del millennio scorso le problematiche di case troppo a ridosso di corsi d’acqua che oggi presentano il conto. Agliana si trova dietro a Prato e davanti a Campi Bisenzio. Rimanendo ai comuni più colpiti da questa ondata di alluvione, invece, al secondo posto per consumo di suolo c’è Monsummano Terme col 18,66% davanti a Quarrata col 16,29% e Lamporecchio col 13,9%. Facendo il consueto confronto 2006-2022, invece, si vede come il maggior aumento di cemento c’è stato a Serravalle Pistoiese (+0,53%) che sopravanza Monsummano (+0,43%) e Quarrata (+0.41%) e molto poco per Montale (+0,11%).
Saverio Melegari